Un successo la prima installazione fotografica, ‘Passaporta’, di Giovanni Izzo
Ai successi e ai riconoscimenti riservati al fotografo Giovanni Izzo, si è abituati. Non si è abituati, invece, a sue dichiarazioni, alla sua disponibilità a interviste, cosa che è avvenuta, in modo del tutto naturale, in occasione della personale 'Passaporta'. slidedoor installata presso il Duomo di Salerno e di cui si era dato annuncio con il relativo comunicato stampa
Il vernissage c'era stato l'8 Aprile, la mostra ha chiuso i battenti oggi, 22 aprile, con il finissage, ma non ha lasciato fuori le emozioni scaturite nei visitatori che entusiasti continuano a parlarne ancora mentre, togliendo quanto di 'tecnico' è servito per questo passaggio virtuale dal Sud Italia a New York, si tirano le somme di un'esperienza che ha aggiunto un tassello importantissimo alla carriera artistica di Giovanni Izzo.
Una rassegna stampa a lui dedicata, in questi giorni, impressionante, come giusto fosse per la sua Arte, per le sue Fotografie, per i racconti che con il suo grandangolo cerca di condividere.
Una vita dedicata agli Immigrati, ai loro problemi, alle condizioni in cui ... 'vivono'. Non ha mai smesso di fotografare gli attimi che hanno rapito il suo sguardo, non si è mai stancato di cercare gli 'altri', di documentare le difficoltà che incontrano al loro arrivo sul Litorale Domitio. Alla fine qualcuno ha saputo 'leggere' le sue denunce dedicandogli spazio, tempo e attenzione.
Fotografie di attimi per i quali ha aspettato mesi, anche un anno, come lui stesso ha raccontato al TGR Europa la mattina di Pasqua e successivamente al TGR Campania, perché 'devi conquistartela la fiducia' di quelle persone; devono sentirti parte della loro vita per permetterti di entrare nelle loro case. Giovanni Izzo ci è riuscito. Gode della fiducia di tante persone, e non esita a mettersi in gioco per poterle aiutare.
Si è 'raccontato' anche all'Agenzia 'Dire', www.dire.it, cui ha spiegato che il nome della mostra 'è nato quasi per caso, per scherzo, poi abbiamo visto che funzionava e lo abbiamo adottato'. 'Si tratta, prosegue Izzo, di una vera e propria porta, “a grandezza naturale”, che mette in comunicazione due luoghi lontani nello spazio. In questo particolare caso “attraversandola” ci si è ritrovati al Museo dell’Immigrazione di Ellis Island a New York'.
"La Slide Door nel Duomo di Salerno si è arricchita di una suggestiva mostra fotografica multimediale di Giovanni Izzo dedicata ai migranti. La performance PassaPorta del fotografo è stata visibile in contemporanea nel Duomo di Salerno e presso il Kissing Point del Museo dell'immigrazione ad Ellis Island New York. La proiezione di circa quindici minuti è stata proposta ogni ora per tutto il giorno ai visitatori.
L'opera di Giovanni Izzo è stata illustrata a Salerno dal fantasiologo Massimo Gerardo Carrese ed a New York da Stephen Lean, Direttore Immigration Museum, che ha paragonato le foto di Giovanni Izzo alle fotografie di due grandi firme della fotografia storica: AGUSTUS SHERMAN e LEWIS HINE."
Un passaggio, quello dal Duomo di Salerno al Museo di Ellis Island, che non poteva non attirare l'attenzione: proprio quel luogo, infatti, era il posto in cui i migranti dovevano dichiarare le proprie generalità. Da qui l'inevitabile 'parallelismo' tra il lavoro di Izzo e dei più grandi fotografi che cento anni fa hanno fissato con i loro scatti, l'arrivo dei migranti che approdavano a New York. Un 'filo diretto' virtuale che ha offerto uno spaccato di Storia che a distanza di 100 anni racconta di una problematica oggi attuale come lo è stata il secolo scorso.
'Passaporta', la 'porta tecnologica a grandezza naturale' che ha collegato in diretta due parti opposte del Globo, la prima installazione fotografica dedicata alle immigrazioni africane verso l'Italia. Scorrendole, le slidedoor hanno creato un passaggio di immagini che hanno attraversato l'Oceano: un attraversamento di emozioni e sentimenti di uomini, donne e bambini che oggi, come accadeva un secolo fa, hanno sempre guardato la linea del mare come un orizzonte per una terra promessa.
Passaporta racconta dolori e difficoltà, ma anche le occasioni di riscatto degli immigrati. E' dedicata al coraggio di coloro che hanno voluto partire e al coraggio di coloro che hanno accolto e Giovanni Izzo è tra i più importanti nomi del panorama nazionale e internazionale che da oltre vent’anni fotografa quotidianamente contesti urbani e in questo caso l’umanità degli immigrati in tutti gli aspetti di contraddizione e di bellezza.
"Izzo lavora alla vecchia maniera, “non ci sono più scatti della stessa situazione e non c’è post produzione. Vengo dalla camera oscura”. L’interesse del Museo di Ellis Island non arriva per caso. A New York hanno trovato molte similitudini tra le migrazioni immortalate da Izzo e quelle dei fotografi d’Oltreoceano anche se appartenenti ad epoche e luoghi molto lontani tra loro. Il fotografo ammette di non capire le differenze che oggi, al tempo della guerra in Ucraina, si fanno tra i diversi flussi migratori. “Nelle mie foto che oltrepasseranno la ‘Passaporta’ – spiega – ci sono anche persone che sono scappate dalla guerra, come la donna somala scappata dalla guerra civile e che viveva sulla Dominiziana (la strada statale 7 quater, ndr). La differenza nei miei scatti non c’è, sono immigrati a prescindere dai motivi che li spingono a partire. È un fenomeno universale”.
Le sue fotografie e i suoi reportage sono documentati in Italia e all’estero, presentati in mostre personali e discusse in lezioni accademiche e tesi di laurea: un impegno civico mai venuto meno, mettendo a repentaglio anche la sua incolumità, ripagato solo del riscontro che il suo lavoro ha ricevuto in occasioni come con 'Passaporta'. Proprio in queste ore gli è giunto un riconoscimento dall'Università degli Studi della Campania 'Vanvitelli', Dipartimento di Giurisprudenza, col quale ha collaborato per fissare con la sua Arte i momenti importanti di una serie di seminari arricchiti dalle sue fotografie, utilizzate anche da alcuni studenti per stilare le loro tesi. Targa che per come è, schivo e riservato, aveva dimenticato di ritirare.
redazione tribuna24
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