Sparanise: nonostante il reportage di Minieri, DEA e NOA denunciano la non messa in sicurezza della struttura

SPAR 12

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Comunicato Stampa

Sperando che anche in questo caso i riflettori istituzionali non si accendono dopo che ci siano stati episodi spiacevoli…

 E' RISAPUTO  :

che gli edifici abbandonati lasciati al “libero accesso” delle persone possono diventare luogo di ritrovo di persone dedite ad attività illecite o senza fissa dimora o irregolarmente presenti sul territorio nazionale e/o sbandati in genere;

che gli edifici  abbandonati e lasciati al libero accesso di chiunque senza alcun impedimento, possono essere ambienti pericolosi anche per coloro che li frequentano illecitamente;

che le occupazioni e/o le frequentazioni abusive destano allarme sociale;

che gli stabili e le aree così considerati non hanno generalmente i requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa e che la protratta presenza di persone all’interno può determinare il sorgere di problematiche di carattere igienico sanitario;

il pericolo per i cittadini residenti, soprattutto minori, derivante dal fatto che gli edifici e i terreni, facilmente accessibili, per le condSPAR 16izioni di incuria e di degrado presenti, possono comportare il rischio di lesioni e di infortuni anche gravi

che gli edifici abbandonati possono essere trasformati in una sorte di Rave party

e poiché è facile immaginare le conseguenze di un incendio su vasta scala del sito in oggetto e il reale pericolo ambientale   di tale struttura

ALLORA CI CHIEDIAMO PERCHE L’ACCESSO DI  QUELLA STRUTTURA  E' APERTA  A  CHIUNQUE ???

Nella  mattinata  di  domenica durante  un  vedettaggio ambientale  effettuato  dagli  attivisti volontari dell’Associazione  D.E.A, unitamente  ai  volontari  dell’associazione  NOA, predisposto  nel   territorio di  Sparanise, mentre  ci  trovavamo  a transitare  lungo via posta vecchia all’ingresso dell’ex tabacchifico venivano individuati due soggetti ignoti che  trasportavano  2  sacchi  a  spalla,  e  poiché il cancello della struttura e di un capannone laterale alla strada  erano aperti,  si  introducevano facilmente  all’interno  del  complesso dileguandosi  nei  vari capannoni  presenti. Di questa struttura   ne eravamo a conoscenza, e di  questa  bomba  ecologica, tramite  i  media  più  precisamente  in  un  servizio mostrato  al  pubblico mediante un reportage del giornalista  Salvatore  Minieri. Nonostante  la  pericolosità  dei  materiali  ivi  presenti i  vari  enti continuano a  rimpallarsi  la  problematica… Ma  intanto   chi  dovrebbe  vigilare  su  quest’area SPAR 6 abbandonata   a se stessa  è  alla  mercè  di  tutti.  Giunti  anche  noi  all’interno  di  questo  labirinto  di  capannoni,  li  ispezionavamo  uno  ad  uno,  e   da  lontano  si  notava  la  presenza  di  un  fumo   che    ci  apprestavamo  a  raggiungere  per  scongiurare un rogo e per  capirne  l’entità; arrivati  sulla  fonte  che  generava  tali  fumi    accertavamo  che  erano residui  di  un  focolaio  rudimentale  che  ormai  era  quasi  spento e  che   qualche  soggetto aveva  acceso  per  riscaldarsi  durante  la   notte...  da  qui   si  riscontrava  la  presenza  di  numerosi faldoni e  materiali  cartacei  riversi  sulla  pavimentazione.  Le strutture  interne  si  presentavano tutte facilmente accessibili  a chiunque, la  maggior  parte   di  esse   si  presentavano  in  evidente  stato  di  degrado, la  copertura dei  capannoni era  realizzata  interamente  in  ferro  con travature reticolari in acciaio e copertura onduline  in  fibrocemento  in  verosimile  amianto il quale stava subendo  un  lento  degrado e sgretolamento  con  alcuni  pezzi  e  materiale  polverulento caduto  sulla  pavimentazione  sottostante ed alcuni di essi risultano anche parzialmente o totalmente crollati per vetustà. Inoltre all’interno  dei  vari capannoni  e magazzini  allocati  all’iSPAR 28nterno   delle  strutture  si  accertava  la  presenza   di  grossi  cumuli  di  cartoni e da  alcuni  materiale   riverso a terra:  si  capiva   che  erano  cartoni  che   contenevano    foglie  di  tabacco, cumuli  di  pedane  in  legno, numerosi  bidoni   contenenti   un  liquido  nero  in  parte  riverso  sulla  pavimentazione. Oltre a ciò   all’interno  delle  strutture si riscontrava  la  presenza  di  varie  taniche  e bottiglie   di  rifiuti   sanitari   pericolosi, contenitori   contenenti   prodotti  chimici, numerosi  neon  fluorescenti, alcuni  bidoncini  contenenti   una  pasta gelatinosa chiara, vari taniche  di  detergente   liquido  concentrato, alcuni  bidoni  di   anticorrosivi, RAEE, cassettoni  in  plastica, materiali  plastici    di  vario  genere, suppellettili,  di  materiale  cartaceo  in  parte  combusto. Nel   cortile  esterno si  individuavano  2  silos  di  circa  20.000lt  cad  ognuno contraddistinto  da  etichettatura  che  riportava che  uno  conteneva  acido  cloridico e  l’altro  soda  caustica. In  generale tutte  le  strutture presenti  all’interno  del  sito  si  trovano  in  un'evidente   situazione  di  degrado  e  di  abbandono. Il  pericolo  più  ingente sembrava   riguardare  i  solai  di  alcuni  magazzini, e  ciò  si  evince anche  dallo   stato dei materiali  ivi  presenti.