Sparanise: nonostante il reportage di Minieri, DEA e NOA denunciano la non messa in sicurezza della struttura
Comunicato Stampa
Sperando che anche in questo caso i riflettori istituzionali non si accendono dopo che ci siano stati episodi spiacevoli…
E' RISAPUTO :
che gli edifici abbandonati lasciati al “libero accesso” delle persone possono diventare luogo di ritrovo di persone dedite ad attività illecite o senza fissa dimora o irregolarmente presenti sul territorio nazionale e/o sbandati in genere;
che gli edifici abbandonati e lasciati al libero accesso di chiunque senza alcun impedimento, possono essere ambienti pericolosi anche per coloro che li frequentano illecitamente;
che le occupazioni e/o le frequentazioni abusive destano allarme sociale;
che gli stabili e le aree così considerati non hanno generalmente i requisiti igienico sanitari previsti dalla normativa e che la protratta presenza di persone all’interno può determinare il sorgere di problematiche di carattere igienico sanitario;
il pericolo per i cittadini residenti, soprattutto minori, derivante dal fatto che gli edifici e i terreni, facilmente accessibili, per le condizioni di incuria e di degrado presenti, possono comportare il rischio di lesioni e di infortuni anche gravi
che gli edifici abbandonati possono essere trasformati in una sorte di Rave party
e poiché è facile immaginare le conseguenze di un incendio su vasta scala del sito in oggetto e il reale pericolo ambientale di tale struttura
ALLORA CI CHIEDIAMO PERCHE L’ACCESSO DI QUELLA STRUTTURA E' APERTA A CHIUNQUE ???
Nella mattinata di domenica durante un vedettaggio ambientale effettuato dagli attivisti volontari dell’Associazione D.E.A, unitamente ai volontari dell’associazione NOA, predisposto nel territorio di Sparanise, mentre ci trovavamo a transitare lungo via posta vecchia all’ingresso dell’ex tabacchifico venivano individuati due soggetti ignoti che trasportavano 2 sacchi a spalla, e poiché il cancello della struttura e di un capannone laterale alla strada erano aperti, si introducevano facilmente all’interno del complesso dileguandosi nei vari capannoni presenti. Di questa struttura ne eravamo a conoscenza, e di questa bomba ecologica, tramite i media più precisamente in un servizio mostrato al pubblico mediante un reportage del giornalista Salvatore Minieri. Nonostante la pericolosità dei materiali ivi presenti i vari enti continuano a rimpallarsi la problematica… Ma intanto chi dovrebbe vigilare su quest’area abbandonata a se stessa è alla mercè di tutti. Giunti anche noi all’interno di questo labirinto di capannoni, li ispezionavamo uno ad uno, e da lontano si notava la presenza di un fumo che ci apprestavamo a raggiungere per scongiurare un rogo e per capirne l’entità; arrivati sulla fonte che generava tali fumi accertavamo che erano residui di un focolaio rudimentale che ormai era quasi spento e che qualche soggetto aveva acceso per riscaldarsi durante la notte... da qui si riscontrava la presenza di numerosi faldoni e materiali cartacei riversi sulla pavimentazione. Le strutture interne si presentavano tutte facilmente accessibili a chiunque, la maggior parte di esse si presentavano in evidente stato di degrado, la copertura dei capannoni era realizzata interamente in ferro con travature reticolari in acciaio e copertura onduline in fibrocemento in verosimile amianto il quale stava subendo un lento degrado e sgretolamento con alcuni pezzi e materiale polverulento caduto sulla pavimentazione sottostante ed alcuni di essi risultano anche parzialmente o totalmente crollati per vetustà. Inoltre all’interno dei vari capannoni e magazzini allocati all’interno delle strutture si accertava la presenza di grossi cumuli di cartoni e da alcuni materiale riverso a terra: si capiva che erano cartoni che contenevano foglie di tabacco, cumuli di pedane in legno, numerosi bidoni contenenti un liquido nero in parte riverso sulla pavimentazione. Oltre a ciò all’interno delle strutture si riscontrava la presenza di varie taniche e bottiglie di rifiuti sanitari pericolosi, contenitori contenenti prodotti chimici, numerosi neon fluorescenti, alcuni bidoncini contenenti una pasta gelatinosa chiara, vari taniche di detergente liquido concentrato, alcuni bidoni di anticorrosivi, RAEE, cassettoni in plastica, materiali plastici di vario genere, suppellettili, di materiale cartaceo in parte combusto. Nel cortile esterno si individuavano 2 silos di circa 20.000lt cad ognuno contraddistinto da etichettatura che riportava che uno conteneva acido cloridico e l’altro soda caustica. In generale tutte le strutture presenti all’interno del sito si trovano in un'evidente situazione di degrado e di abbandono. Il pericolo più ingente sembrava riguardare i solai di alcuni magazzini, e ciò si evince anche dallo stato dei materiali ivi presenti.
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