Paolo Natale, chierichetto del Papa

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Quando si ha un ideale, si cerca di trascorrere del tempo con chi quell'ideale lo condivide, ed è così che tanti giovani trascorrono alcuni periodi nelle missioni per dare il proprio contributo a chi vi ha dedicato la vita intera; c'è chi dedica il proprio tempo alle mense sociali; chi ad attività di pulizia del territorio e chi invece, come Paolo Natale, ha preferito trascorrere alcuni giorni al Vaticano. Un'opportunità aperta a tutti i giovani, non riservata a chi intende indossare l'abito talare...

Paolo fa parte del gruppo di ministranti che dall'arrivo di Don Giovanni Corcione, ogni domenica ha 'servito' messa: un chierichetto, ma come pochi: per la sua serietà, per la sua discrezione. Si percepiva l'impegno che profondeva in questo incarico dalla sobrietà dei gesti e dal suo essere riservato sui compiti che gli venivano affidati.

La notizia della sua partenza per il Vaticano a vivere l'esperienza di 'Chierichetto del Papa', non ha sorpreso quanti hanno avuto modo di osservarlo in questi anni di crescita nel servizio.

Giorni intensi, vissuti con cognizione di causa, con convinzione, con umiltà.

E' tornato a casa da poco, senza ostentazioni, rimanendo il ragazzo educato, garbato, discreto di sempre.

Aveva annunciato l'inizio della nuova 'esperienza' con la freschezza e la semplicità di chi crede in ciò che fa, 'un'esperienza conosciuta tramite i social', concretizzatasi 'grazie agli insegnamenti dei Cerimonieri della parrocchia (Tiziano Izzo e Alfredo D'Abrosca), e del parroco, Don Giovanni Corcione'. Un'esperienza da cui si esce con valori rafforzati e lo stesso Paolo ha lo ha sottolineato riportando una frase di Izzo: 'I ministranti non sono monaci di clausura, ma fra i più creativi della nostra comunità e nel mondo. Un ministrante oggi sarà un uomo di valori domani'.

Red. Trib.24