Padre Gianluca Mirra racconta la sua vocazione
L'emozione e la commozione, per l'ordinazione di Padre Gianluca Mirra della Congregazione dei Passionisti, e la successiva celebrazione della Prima Messa nel suo paese natale, sono ancora vive in quanti hanno assistito agli eventi e soprattutto in quanti lo hanno conosciuto.
Con grandissima semplicità e umiltà, ma altrettanta convinzione e gioia che traspare dalle sue parole, Padre Gianluca racconta la sua vocazione, il cammino di scoperta e riflessione che lo hanno condotto a quel 'Si, lo voglio':
"Sono Gianluca Mirra ho 32 anni, e sono un religioso e sacerdote appartenente alla Congregazione della Passione di nostro Signore Gesù Cristo o più comunemente conosciuta come Congregazione Passionista. La Congregazione a cui appartengo oltre ai tre comuni voti di povertà, castità e obbedienza ha anche un ulteriore voto, che si colloca prima degli altri tre,ovvero il voto della memoria Passionis.
La chiamata alla quale ho risposto, posso affermare che riletta alla Luce del Vangelo, è iniziata nel 2012 dopo un periodo di “lontananza” dai sacramenti anche se fin da piccolo ho sempre partecipato alla vita comunitaria della mia Parrocchia.
Nel 2012, fu la peregrinatio Mariae con la Madonna di Fatima, arrivata con il gruppo GAM, che segnò per me una svolta poiché mi fece aprire gli occhi sulla mia vita guardando semplicemente con quanta gioia quei giovani accompagnavano la Madonnina ed erano in chiesa a pregare con gioia.
Quella gioia mi travolse così tanto che mi portò a fare nuove amicizie e ad aggregarmi a loro e soprattutto mi portò a porre nuovi interrogativi. Allo stesso tempo nasceva in me il desiderio di avere una conoscenza maggiore delle cose di Dio e questo mi spinse ad andare anche fuori dalla mia parrocchia che all’epoca si presentava povera e non aveva molto da offrirmi. Una povertà che per me si è rivelata ricchezza. In quel periodo ho fatto tante esperienze e tante conoscenze ma poi tornavo anche nella mia parrocchia per prestare servizio nell’animazione liturgica con il suono. Queste esperienze fatte in lungo e in largo, fatte in diversi contesti e associazioni, mi interrogavano profondamente ma non riuscivo a trovare risposte che potessero appagare quel senso di ricerca che sentivo sempre più forte nel mio cuore.
Quando tutto sembrava volgere diversamente, nel settembre 2015 mi preparavo a scrivere la mia tesi di laurea e dedicarmi solo allo studio, ma così non fu perché in parrocchia si tenne una Missione Passionista alla quale decisi inizialmente che non avrei partecipato. Non fu così!
Infatti la mia vocazione è figlia della missione popolare che è stata per me provvidenziale sia per il fatto che ha emanato luce su quello che per me era il desiderio di consacrazione, che non trovava realizzazione in altre realtà, e sia perché è capitata al termine della mia carriera universitaria (laurea in archeologia all’Università Orientale di Napoli).
Il mio cammino con i passionisti, quindi, è iniziato ufficialmente l’8 settembre 2016 dopo aver chiesto di entrare nella casa di postulandato di Bari, e dove, fin da subito, partecipando a tutte le attività della comunità e frequentando il biennio filosofico, sono stato introdotto a vivere il carisma e la spiritualità passionista.
Dopo i 2 anni di postulandato ha fatto seguito l’anno di noviziato tenutosi presso il primo ritiro costruito da San Paolo della Croce presso il Monte Argentario.
Il noviziato è un vero anno di grazia dove il “candidato” passionista vive per un anno un’immersione totale nel carisma vestendo il sacro abito dei Passionisti e studiando quelle che sono le Regole e le Costituzioni della Congregazione. Tale anno di noviziato ha il suo culmine con la prima professione religiosa emessa nelle mani del padre provinciale e dove il neo-professo si impegna a vivere per un anno la memoria passionis e i consigli evangelici. Dopo il noviziato io e i confratelli che hanno condiviso con me questa esperienza siamo stati trasferiti presso il ritiro di Napoli nella zona dei Ponti Rossi, dove abbiamo frequentato l’istituto teologico San Tommaso d’Aquino.
Gli anni della permanenza a Napoli sono coincisi con i tre anni degli studi teologici e con i tre rinnovi annuali dei voti durante i quali sono stato istituito Lettore e Accolito.
Dopo aver conseguito il baccellierato in Sacra Teologia sono stato trasferito nella comunità della Scala Santa in Roma, per poter fare esperienza di apostolato al Pontificio Santuario ma anche nella vicina comunità di Casalotti, nella periferia di Roma. L’anno vissuto a Roma è stato un anno formativo sia a livello personale, frequentando corsi di musica liturgica, e sia a livello spirituale ed è così che sono arrivato a professare in perpetuo la mia appartenenza alla Congregazione della Passione nel settembre 2023.
Dopo la mia Professione Perpetua sono stato ritrasferito nella casa di noviziato per dare una mano in comunità con i ragazzi che si apprestano a fare esperienza della vita Passionista, ma al tempo stesso per prepararmi all’ordinazione diaconale tenutasi il 16 dicembre 2023.
Canonicamente dal diaconato devono trascorrere almeno sei mesi, motivo per cui lo scorso settembre il mio percorso ha trovato il suo “culmine” con l’ordinazione sacerdotale.
La mia parrocchia natia non vedeva un’ordinazione sacerdotale da 34 anni (ultimo sacerdote ad essere ordinato fu don Pasquale Buompane) e per questo abbiamo scelto di vivere a Santa Maria la Fossa un triduo di preghiera in preparazione a questo evento (25 – 26 – 27 settembre) con i padri Passionisti. Il 28 settembre presso il Convento Passionista di Napoli, chiesa di Santa Maria ai Monti, sono stato ordinato dal vescovo ausiliare di Napoli Francesco Beneduce che già avevo avuto modo di conoscere con l’ordinazione diaconale. Il 29 settembre 2024 nella Parrocchia di Santa Maria la Fossa, dove sono stato battezzato e dove da piccolo servivo alla mensa eucaristica, ho avuto l’onore di celebrare la mia prima messa animata liturgicamente dai ministranti del paese e musicalmente da un gruppo di ragazzi di Cesa conosciuta in una delle missioni a cui ho partecipato.
La mia scelta di vita, alla sequela di Cristo crocifisso e risorto, è nata da un desiderio che ho sentito pienamente realizzato nella mia consacrazione al Signore per servirlo. Essa è stata anche segnata dal fatto che fin da piccolo mi sono stati insegnati dei sani principi cattolici e un amore per le cose sacre e tutto questo mi ha sempre portato a spendere del tempo per Gesù, quel Gesù che ho sempre sentito vicino e che ho sempre considerato il mio migliore amico. Alla luce di tutto ciò che ho vissuto e continuo a vivere, ho capito che il mio desiderio non era un capriccio bensì era un bene per me, e così come ogni cosa buona se è un bene che voglio, Dio, volendo il nostro bene, mi ha aiutato a realizzarlo".
Un racconto lineare, senza forzatura alcuna, da cui traspare la sua costante voglia di 'lasciare fare a Dio' facendosi condurre dive era opportuno per la sua crescita e la sua formazione. Una testimonianza di fede che può e deve essere un esempio per i giovani e non solo.
r. t.24
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