La presentazione de “L’informatore”: rievoca le lotte operaie alla Sit-Siemens di S. Maria C.V.

BROCCOLI Paola L'INFORMATORE copertina

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CASERTA – Mercoledì 27 aprile, alle ore 18, presso la Biblioteca diocesana, in Piazza Duomo, avrà inizio il convegno di studio organizzato dall’Istituto superiore di Scienze religiose “S.Pietro”, il cui direttore, Don Nicola Lombardi, introdurrà i lavori finalizzati alla presentazione del volume “L’Informatore – giornale operaio della Sit-Siemens di Santa Maria Capua Vetere” recentemente pubblicato da Paola Broccoli, per i tipi della casertana Saletta dell’Uva, come speciale focus della ricerca “Caserta e la sua modernizzazione negli anni 57-73” promossa dall’Università del Molise. In scaletta gl’interventi di Luigia Grillo (direttore dell’Archivio di Stato di Caserta), Pasquale Iorio (Piazze del Sapere), Giovanni Cerchia (docente di Storia contemporanea al predetto ateneo e tutor della citata ricerca), Amedeo Lepore (assessore alle Attività produttive della Regione Campania). All’appuntamento, arricchito dalle testimonianze di Antimo de Luca e Renato Ferraro, ex dipendenti della Sit-Siemens, non mancherà Adelchi Scarano, già responsabile della Commissione operaia del Pci di Caserta e che ha firmato l’illuminante introduzione al libro della Broccoli. Moderatore il giornalista Enzo Mulieri. BROCCOLI Paola l'autrice

Attendendo la sequenza dei contributi illustrativi e critici, che nel corso del convegno certamente faranno luce sull’articolata rievocazione dei fatti e dei fenomeni economici, sociali e politici sviluppatisi a ridosso del megastabilimento sammaritano e prevedendo che emergano ben chiari i pregi del lavoro della ricercatrice Broccoli, valorizzato peraltro dalle immagini fotografiche e dai documenti rispettivamente firmati dai maestri Giovanni Izzo e Andrea Sparaco, ci limitiamo qui a riportare tre brevi anticipazioni.

Scarano, che definisce L’Informatore “un testo di impressionante efficacia”, fa notare che in esso v’è “la piena consapevolezza del contesto, …degli obiettivi dell’azione politica e sindacale. Mai i comunisti (del nostro Paese –ndr) sono stati così forti, mai più convinti della giustezza della strada presa. Mai il movimento dei lavoratori è stato così influente nella società italiana come in quei mesi. L’aspettativa  di cambiamento proveniva dal !969. Ma ora le organizzazioni sindacali non si battono più solo per il salario e le condizioni di lavoro, le piattaforme si ampliano fino ad includere stabilmente la lotta contro la disoccupazione e per lo sviluppo del Mezzogiorno (come si diceva allora)”.

Broccoli, ripercorrendo la storia della Siemens, tramutatasi, nel 1965, in Italtel-E (esportazione), ricorda che “nel periodo compreso tra il 1962 e il 1973, l’azienda tendeva alla realizzazione di massimi volumi di produzione per installare sull’intera rete nazionale la teleselezione automatica da utente” e opportunamente rispolvera un’intervista ad Enrico Manca in cui il Presidente della Commissione Industria di Montecitorio fra l’altro sosteneva che “per far fronte alla crisi industriale bisognava abbandonare il sistema delle commesse pubbliche, a favore di una politica della domanda pubblica”. Inoltre – sintetizza l’autrice – andava sciolto il nodo del rapporto tra innovazione, sistema industriale  e sistema dei servizi, per determinare un cambio di rotta nelle politiche per il Mezzogiorno. “Si trattava – oltretutto, per Manca – di mettere in campo un approccio non generalizzato, ma per aree”.

Cerchia, a sua volta, proprio nell’incipit della sua lucidissima postfazione, rimarca che “il Partito Comunista Italiano era decisamente contrario all’istituzione della Cassa per il Mezzogiorno. Giudicava scandalosa la stessa nozione roosveltiana di area depressa che ne  era alla base e che – a suo modo di vedere –  negava alla radice l’idea che la questione meridionale fosse una grande battaglia d’emancipazione nazionale”.

Come si può agevolmente osservare, sono tre schegge di granito che da sole bastano ad imbastire un serio confronto per seguire il quale, se presenziassero soltanto i fortunati e sopravvissuti dipendenti casertani della Siemens-Italtel, la sala della Biblioteca diocesana sarebbe gremita.