La comunità dell’Annunziata piange la dipartita di ‘Zia Angelina’
Tanti i messaggi di cordoglio per Angelina Puoti, la persona che più di ogni altro grazzanisano ha rappresentato, e rappresenterà, la cura profusa alla cappellina dedicata alla Madonna dell'Arco.
Tribuna la ricorda pubblicando quanto il prof. Tiziano Izzo ha postato sui social:
"ALLA SERA DELLA VITA SAREMO GIUDICATI SULL'AMORE.
La comunità dell'Annunziata di Grazzanise ha una storia davvero straordinaria poco valorizzata, essa comprende personaggi davvero belli e generosi. Penso in primis a don Salvatore Gravina parroco di essa per oltre 40 anni, conosceva il Greco Biblico, ha letto in greco fino alla morte. Leggeva tantissimi libri, alcuni dei quali li custodisco gelosamente, amava Martin Luther King e officiava alla Cappella della Madonna dell'Arco, una chiesetta rurale ma meta annuale del pellegrinaggio dei battenti. Questo tempio aveva una campanella che un giorno fu sostituita dalla Campana odierna realizzata su volere di ANGELINA PUOTI e dei devoti locali.
Ricordo il battesimo della campana, messa presieduta da sua Eccellenza l'arcivescovo di Capua Mons. Diligenza. Madrina di battesimo zia Angelina, io avevo un martello in mano dovevo darlo ad Angelina tutta vestita elegante ma per l'emozione capii che dovevo dare io il primo colpo alla Campana e così feci. Don Salvatore sbianco', il vescovo glisso', zia Angelina si mise a ridere. Spettava a lei il primo colpo.
Da allora ero entrato nel suo cuore. Mi aspettava per servire messa, mi correggeva nel dire il Rosario e mi ha insegnato ad Amare Dio, la Madonna, il prossimo e la Chiesa con le sue contraddizioni.
Come ci teneva a quel mese di maggio, alla processione del bambinello al pomeriggio della vigilia di Natale e come amava preparare quella cappella per la festa di Pasqua con tovaglie meravigliose e con la tradizionale sedia per il bacio dei battenti.
Gli offertori per i poveri, la cura domiciliare per gli ammalati da cui andava, i consigli alle famiglie in difficoltà, era capace di non mangiare lei se sapeva di bambini e famiglie in difficoltà.
Angelina aveva un'apertura spirituale grande, non era bigotta, era nubile e seguiva un cammino di direzione spirituale iniziato nelle figlie di Maria e in Azione Cattolica con don Modesto Petrella e poi continuato con don Mario Iodice vicario generale a Capua dove si recava ogni mese insieme ad altre amiche di Grazzanise.
Se si andava a casa sua trovavi la radio dove si aggiornava e tanti libri, libretti e riviste.
Quante discussioni, quante storie mi ha raccontato, quanta intelligenza umana e spirituale. Ricordo che faceva fatica a pregare la preghiera dei pastorelli di Fatima, non la condivideva perché poteva sembrare irrispettosa.
Mi aspettava, pregavamo, mi chiedeva dei miei studi teologici.
L'incontro con padre Francesco fu il naturale proseguimento del suo rapporto con il suo zi parrucchian cioè don Salvatore, lei ammirava don Salvatore e ha pregato tanto per lui.
Padre Monticelli la rafforzo' nella lettura della Bibbia, Angelina amava la parola di Dio, la meditava e la metteva in pratica, cercava di lasciarsi provocare dalle burbere prediche del suo parroco biblista. Sarà la sua complice per le opere di restauro della cappella e per l'aiuto a tanti poveri.
Angelina non la mandava a dire a nessuno, dai parroci ai preti, era collaborativa con i comitati festa e con la parrocchia dove andava a messa avvolta da quello scialle di lana.
Pregava lodi e Vespri e nella sua preghiera c'era il Papa, Grazzanise, la sua famiglia con i suoi nipoti di cui era orgogliosa.
Si concedeva qualche periodo di vacanza al nord e tornava con idee e aggiornamenti.
La realizzazione del presepe, la pulizia in gruppo della cappella, i gruppi di preghiera e l'accoglienza.
Angelina era donna dell'accoglienza, entrarvi distante in cappella e uscivi amato da Dio e talvolta avendo imparato anche le parole della preghiera: "o Maria accoglimi sotto il tuo arco potente..." che insegnava a tutti.
La sua sedia accanto all'organo, avanti a destra di chi entra, la corona del rosario in mano e da prestare a tutti.
Il nome di Gesù scandito con dolcezza, era il suo amico, il suo sposo, il suo motivo di vita.
Le vite dei santi spesso citate nei suoi discorsi e i suoi richiami a gran voce ti affascinavano.
Era una donna autorevole, cercava la pace ma senza nascondere la verità. Era sincera, generosa, trattava con tutti, non si sentiva inferiore a nessuno ma era davvero umile.
Chiunque può raccontare di questa piccola grande donna, della sua fede, del suo agire e anche dei suoi difetti che erano cancellati dal suo amore.
Angelina ha vissuto semplicemente ma ha davvero vissuto nel servizio e nella comunità.
La sua Storia va raccontata, perché lei amava raccontarsi e raccontare di sé stessa e degli altri.
Grazie Angelina per aver fatto parte discretamente delle nostre vite, per averci insegnato che la devozione non è ripetere preghiere o gesti ma è dare loro senso con l'amore. Con te abbiamo sperimentato che Dio ci ama così come siamo e che possiamo metterci tutti senza distinzioni sotto l'Arco della sua Madre. Da oggi quando guarderemo la bellissima immagine della Madonna dell'Arco nella cappella che ci sorride vedremo nel sorriso di Maria anche il tuo sorriso. Perché tu sei in Cielo si ma rimani sempre nella tua cappella a fissare lo sguardo su Gesù e anche se non ti vedremo fisicamente sappiamo che tu ci aspetti oggi in cappella e un domani nel paradiso".
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