LE FOTO. I “disastri” della viabilità provinciale nel Basso Volturno: son “percorsi di guerra”
Questo corrente marzo è iniziato ancora con un ennesimo sinistro sulla SP 333. Stando ad una notizia che fu presto divulgata da Tribuna24.it., proprio nel pomeriggio del 1° giorno del mese, una Nissan Micra, guidata da un giovane fossataro, uscì dalla carreggiata, ribaltandosi nel fosso laterale (CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO). Dunque una vera fortuna che durante questi attuali rapidi e pazzi cambiamenti meteorologici, tipicamente marzaiuoli, non si siano verificati altri incidenti stradali. D’obbligo e perentoria una domanda: Ma allora ci vogliono i morti per provvedere a trasformare strade provinciali- “percorsi di guerra” in sicuri e civili nastri d’asfalto?
Non vorremmo affatto constatare tale probabile eventualità. Però non v’è chi non veda, ad ogni pioggia battente, le lunghe e larghe pozzanghere sulle fasce esterne del dissestato manto di bitume. Addirittura pauroso (!) l’accumulo d’acqua piovana alla vecchia “formidabile” (nel senso etimologico originario) “curva della foresta” (all’altezza del km 21 o 22 della SP 333). Là, dove un tempo i briganti fermavano le carrozze a cavalli (per rapire e rapinare), ora ci pensa la pioggia a costringere gli automobilisti a procedere a 30 km all’ora. Ma di che parliamo? Dei dettagli, sebbene perigliosi? Qua è tutta la viabilità provinciale che richiede un maxinvestimento serio da parte dell’Amministrazione competente! Qua la gente è turlupinata due volte: dalla natura e dai politici. Anzi tre: perché le stesse autorità istituzionali, del posto e del capoluogo di Provincia, fanno orecchi da mercanti. Qua bisogna trovare migliaia o milioni di euro, per mettere in sicurezza le strade. Altro che rappezzi! Dopo gli ultimi di un paio di settimane fa, la SP 333, fra i km 12 e 13, cioè all’altezza della SP 257 che lambisce a nord-ovest l’aeroporto militare, il fondo stradale ha tre diversi piani: al centro il vetusto; a dx gl’incavi per gli scavi che servirono ad infilarvi tubi per un collegamento fognario intercomunale (Grazzanise-Cancello e Arnone); a sx e solo per alcuni tratti, i ridicoli raccomodamenti resisi necessari dopo gli abbassamenti del fondo stradale verificatisi per il caldo nell’estate 2015. La SP 257 -pensate- passa davanti all’ingresso principale della base Nato, dove lavorano militari di tutte le nazioni aderenti all’Alleanza atlantica, per sfociare sulla SP 18 (Arnone-Villa Literno).Una SP 257 che mette a dura prova ammortizzatori e balestre, che è pericolo costante, che è vergogna a riflesso internazionale, considerando il numero di stranieri che la percorrono. Riservandoci di tornar presto sulla spinosa questione generale della viabilità nel Basso Volturno, dobbiamo ricordare soprattutto ai sindaci di Cancello ed Arnone e Grazzanise che, uscendo dalla SS7bis a Villa Literno e svoltando a dx in direzione di Arnone, arrivati al sesto km, e precisamente poco prima del cavalcavia che da una trentina d’anni mise finalmente fine alle stragi del “quadrivio della morte”, non si trova a dx nessun segnale che indichi che a sx s’imbocca la rampa per dirigersi a Grazzanise e poi a Capua.
Quel punto rientra nel tenimento di Cancello ed Arnone e specialmente di notte soltanto gli avveduti al volante riescono, per tempo, ad accendere la “freccia” di sx, con le immaginabili conseguenze a carico di quanti attenti non sono e degli altri viaggiatori che li seguono o li incrociano. Un cartello indicatore. Solo un visibile cartello indicatore si chiede di impiantare, magari 200 m prima. E la gente bassovolturnina vorrebbe appunto sapere se – prima o dopo la lettera che il primo cittadino di Grazzanise, dott. Gravante, ha inviato il 25 febbraio us al Settore Viabilità della Provincia di Caserta – l’omologo di Cancello ed Arnone, dott Emerito, abbia fatto altrettanto, magari anche chiedendo di rimettere, al più presto, quel cartello. Raffaele Raimondo
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