Dichiarazione di Cerchiello per la mancata adesione dimissioni di massa

cerchiello

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Comunicato Stampa

Vendetta avrebbe voluto che io, da consigliere comunale, aderissi alla sottoscrizione di massa delle dimissioni, il rispetto per il mio paese e i cittadini, la politica e la coerenza no.

Dopo 4 anni, 470 delibere di Giunta votate all’unanimità (nessuna, neanche i bilanci proposti dagli assessori dimissionari), 213 delibere di Consiglio Comunale votate in modo compatto dalla maggioranza e circa 21.000 € e 41.000 € intascati dagli assessori dimissionari  solo per essere corresponsabili del fallimento amministrativo sotto gli occhi di tutti, i cittadini avrebbero avuto il diritto di sapere in Consiglio Comunale il reale allontanamento degli assessori Parente e Raimondo dal dott. Gravante.

Perché dopo 4 anni nei quali non è stato intercettato un solo euro per il nostro paese dall’Assessore al Bilancio e ai Finanziamenti Europei, e tutti sappiamo che se “in una famiglia il padre (l’assessore al bilancio) non lavora, i figli (il paese) non mangiano” i cittadini avrebbero dovuto conoscere gli artefici del disastro economico delle casse comunali. I giovani, mortificati, avrebbero dovuto sapere perché e chi ha gestito in modo familistico (sono pronta alla querela) il Servizio Civile (basta scorrere i nomi dei vincitori nei vari bandi). Gli anziani e le fasce deboli avrebbero dovuto sapere perché, nonostante il lavoro fatto, sono stati persi i finanziamenti per le politiche sociali (basta sfogliare il BURC degli ultimi anni), perché l’ente comune ha subito un atto di ingiunzione di pagamento “per il mantenimento di un ragazzo” affidato ad una casa famiglia e perché gli altri servizi offerti sono stati gestiti in modo poco chiaro e trasparente.

Dal mio punto di vista i cittadini avrebbero avuto il diritto di smascherare apertamente, con l’aiuto delle opposizioni, chi aveva intenzione di continuare a vivacchiare in Consiglio Comunale. Magari solo per esercitare ulteriore “forza ricattatoria” verso l’ex sindaco Gravante, ed eventualmente prendersi il merito di qualcosa che si sarebbe realizzato e continuare a nascondersi dietro “è colpa del sindaco” per altri fallimenti. Dati di fatto cristallizzati nelle lettere di dimissioni nelle quali testualmente è scritto: “resto in Consiglio  Comunale solo per una forma di rispetto nei tanti amici che hanno creduto, prima in me e poi in lei candidato sindaco, è a loro che alla fine di tale percorso amministrativo dovrò rendere conto” (Dott. Giuseppe Raimondo), dimostrando e confermando di suo pugno, che la politica per qualcuno è intesa come servizio a pochi amici e non ai cittadini.  E di chi ha scritto: “ritengo fondamentale continuare ad essere presente per le attività in seno al Consiglio Comunale, attraverso le quali potrò continuare a garantire la massima rappresentatività e impegno che questo paese merita e che ha contraddistinto sin dal primo giorno il mio servizio alla collettività”( Gabriella Parente).

Inoltre, i cittadini avrebbero dovuto conoscere il virus che ha colpito il consigliere Zampone, dopo l’approvazione del PUC da parte della Giunta Comunale, che lo ha portato ad essere critico e in contrasto con una parte della maggioranza.

Le opposizioni, dal mio punto di vista, moralmente non avrebbero dovuto sottoscrivere un documento di dimissioni contestuali, tra l’altro non proposto dalle minoranze e dai sottoscrittori della mozione di sfiducia, ma dagli ex componenti della maggioranza (che come confermato anche nelle loro lettere di dimissioni non avrebbero votato la sfiducia per continuare a sedere in consiglio comunale). Questi ultimi con quel documento, firmato non alla luce del sole ma di nascosto in una grigia stanza di un notaio, prestando il fianco a impossibili autoassoluzioni dal fallimento amministrativo dopo quattro anni di amministrazione  e condivisione delle scelte amministrative e ad un solo anno dalle future elezioni amministrative. Anche una parte dell’opposizione non è immune, soprattutto quella che solo a chiacchiere dice di mettere al centro della propria azione il bene del paese, ma poi per tornaconti e interessi personali passa da un padroncino all’altro (da Caputo a Valentino Grant), e in vista del futuro rinnovo del Consiglio Comunale palesemente guarda a future ed eventuali alleanze.

L’amministrazione retta da Vito Gravante, eventualmente, doveva andare a casa per i suoi fallimenti e il tutto per rispetto dei cittadini doveva avvenire pubblicamente con assunzione di responsabilità soprattutto da parte di chi è stato coartefice del fallimento e dei danni prodotti ai grazzanisani e a Grazzanise.

Questo non è avvenuto. Perché le opposizioni hanno preferito dare copertura a chi ha scelto nascondersi e che in futuro proverà a far dimenticare il proprio operato degli ultimi anni amministrativi svolti da attore principale e spesso da burattinaio.

Non ho firmato le dimissioni  non perché “inciuciassi” con una parte della maggioranza (a differenza di altri dell’opposizione che mirano solo al potere per il potere) avrei votato tranquillamente in Consiglio Comunale perché da Grazzanisana e da donna coerente ho sempre affrontato gli avversari a viso aperto, ma, come storia insegna, “metterci la faccia” non è da tutti ed essere uomini non vuol dire solo portare i pantaloni.

 

La Segretaria del Circolo PD ed ex Consigliere Comunale

Dott.ssa Teresa Cerchiello