C’E’ PUZZA D’INCOMPATIBILITÀ PER ANTROPOLI? Il chirurgo è a fine mandato, ma la questione Impresud impone chiarimenti
Carmine Antropoli, fra qualche mese, non sarà più il sindaco di Capua. E’ un dato ovvio, scontato, eppure è giusto rimarcarlo, perché la faccenda che stiamo per raccontarvi, considerata l'incandidabilità determinata dalla conclusione del secondo mandato, nel caso in cui sarà interpretata così come la interpretiamo noi, potrebbe innescare conseguenze minori rispetto a quelle che, invece, avrebbe avviato se evidenziata qualche anno prima, quando l’abile chirurgo del Cardarelli era nel cuore del suo secondo mandato consiliare. In piena attività politica.
Andiamo con ordine e procediamo lentamente, perché la questione non è semplice e di mezzo, inoltre, ci sono interpretazioni oscillanti della giurisprudenza vigente.
La vicenda nasce con i rifiuti, o meglio viene fuori da un atto del sindaco (probabilmente da un'ordinanza contigibile ed urgente) “per chiedere la rimozione” della monnezza “presente sul territorio” alla Impresud Srl.
Questa società, svolto il lavoro, ha successivamente citato in giudizio l’uomo Carmine Antropoli per avere il pagamento per quanto eseguito: un pagamento da 215.406,40 euro.
Dinanzi a tale provvedimento, giustamente, il sindaco ha scelto di difendersi, nominando un legale di fiducia, l’avvocato Antonio Domenico Grimaldi. Fino qui tutto bene, tutto liscio.
La situazione si complica quando Antropoli, a sua volta, “chiama in causa, dinanzi al Tribunale di S. Maria C.V. per l' udienza dell' 11/04/2016, il Comune di Capua, in persona del Sindaco p.t., affinché il Giudice adito, in caso di accoglimento della domanda di parte attrice, condanni il terzo chiamato Comune di Capua, a manlevare il convenuto, dott. Carmine Antropoli, per quanto richiesto dalla società istante, riducendo sensibilmente la richiesta dalla stessa avanzata, per l' espletamento del servizio raccolta rifiuti sul territorio dell' ente chiamato in causa, per le numerose penalità contestate”.
Spieghiamo: il medico del Cardarelli ha chiamato in causa il suo comune perché l’atto con il quale ha chiesto la rimozione dei rifiuti, scriviamolo francamente, non è stato redatto per farsi pulire il cortile di casa, ma la città che è stato chiamato a tutelare e ad amministrare dai cittadini, in nome dei cittadini.
Insomma Antropoli ha agito per conto del comune, quindi, qualora il giudice dovesse dar ragione ad Impresud Srl e condannarlo al pagamento, il chirurgo vuole appoggiarsi all’amministrazione che dovrebbe farsi carico essa stessa della pena da sborsare.
Tale azione, che ha una logica, ai nostri occhi, innesca una lite pendente tra primo cittadino ed il comune che rappresenta, fatto che cozza con l’articolo 63 comma 1 n° 4 del decreto legislativo 267/2000: “Non può ricoprire la carica di sindaco colui che ha lite pendente con il comune o con la provincia ecc..”
C’è incompatibilità? Non spetta a noi dirlo, anche perché, come riferito ad inizio articolo, a riguardo, la giurisprudenza è varia, ondeggiante: un filone tende a valutare caso per caso gli episodi (e magari non potrebbe considerare la fattispecie capuana come una lite pendente), un altro, invece, non fa analisi individuali e al solo odore di pendenza dichiara l’incompatibilità.
Agli esperti la parola: abbiamo sollevato semplicemente la questione.
Tutto il guazzabuglio, ad onor del vero, nasce quando l'Impresud, anziché indirizzare al comune, nella persona del sindaco quale legale rappresentante, l'atto di citazione, l'ha inviato all'uomo Carmine Antropoli che ricopre la carica di primo cittadino (perché, scusate la ridondanza, in caso contrario non avrebbe motivo di esistere la citazione presso terzi del chirurgo).
Ad ogni modo, così come il capace medico ha nominato un suo legale, stessa cosa ha fatto il comune, con la delibera n° 6 (CLICCA QUI PER LEGGERLA)del 28 gennaio scorso (in giunta era assente il sindaco) scegliendo l’avvocato Biagio Molitierno per il quale l’amministrazione, con la determina del 25 febbraio (CLICCA QUI PER LEGGERLA) ha impegnato una spesa di 1900 euro.
Giuseppe Tallino
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