Cinquantadue ordinanze emesse per vari reati nei confronti di personale di Polizia Penitenziaria
Comunicato Stampa
Dopo il primo lancio, nelle prime ore del mattino, la conferenza stampa con cui si è data notizia delle 52 ordinanze applicative di misure cautelari personali nei confronti di altrettante persone in servizio presso diversi uffici del Dipartimento dell'amministrazione Penitenziaria della Campania.
Gravi indizi nei loro confronti per concorso in molteplici torture pluriaggravate ai danni di numerosi detenuti, maltrattamenti pluriaggravati, lesioni personali pluriaggravate, falso in atto pubblico aggravato, favoreggiamento personale, frode processsuale e depistaggio.
Fino a sentenza irrevocabile di condanna sono state disposte ed eseguite le seguenti misure cautelari:
Custodia in carcere per 8 persone: 1 Ispettore Coordinatore del reparto Nilo e 7 assistenti della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di santa Maria Capua Vetere;
Arresti domiciliari per 18 persone: il Comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti del Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano/Comandante del 'Gruppo di Supporto agli Interventi", del Comandante Dirigente pro tempore della Polizia Penitenziaria di santa Maria Capua Vetere, della Commissaria Capo Responsabile del Reparto Nilo del medesimo istituto, di un sostituto commissario, di tre ispettori Coordinatori Sorveglianza Generale presso l'istituto e 11 assistenti/agenti della polizia penitenziaria, sempre in servizio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere;
Obbligo di dimora nel Comune di residenza per 3 ispettori della polizia penitenziaria, tutti in servizio presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere;
Sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio per 23 persone: comandante del Nucleo Investigativo Centrale della polizia penitenziaria, Nucleo Regionale di Napoli, Provveditore Regionale per la Campania, Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria; 21 Assistenti/Agenti della Polizia Penitenziaria, per la quasi totalità in servizio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.
Le indagini erano state avviate dopo gli eventi del 6 aprile 2020, successivi alle manifestazioni di protesta di alcuni detenuti ristretti presso la menzionata Casa Circondariale, avvenute il 9 marzo e il 5 aprile 2020.
Il 9 marzo, in particolare, 160 detenuti del Reparto 'Tevere', rifiutava di far rientro nel reparto dopo l'orario di passeggio, protestando per la restrizione dei colloqui personali imposta dalle misure di contenimento del contagio Covid 19. Protesta amplificata dai familiari dei detenuti in data 9 aprile durante la quale furono lamentate violenze nei confronti dei detenuti.
Dalle immagini acquisite, nonostante un tentativo di ritardo o impedirlo, gli inquirenti hanno accertato la dinamica delle violenze perpetrate ai danni dei detenuti cui era stato impedito anche il ricorso alle cure mediche e alle terapie.
Fondamentale il sequestro degli smartphone degli indagati con cui si è ricostruita la dinamica dell'operazione di violenza portata avanti con crudeltà, abuso di poteri e violazione dei doveri inerenti la funzione pubblica, con l'uso di arma (i manganelli).
Il Giudice delle indagini preliminari ha definito 'uno dei più drammatici episodi di violenza di massa perpetrato ai danni di detenuti in uno dei più importanti Istituti penitenziari della Campania' quanto avvenuto in quei giorni, con 'pestaggi' 'accuratamente pianificati e svolti con modalità tale da impedire ai detenuti di conoscere i propri aggressori. le vittime, infatti, erano costrette a camminare con la teta rivolta al suolo e nella sala socialità erano posti con la faccia al muro, mentre venivano picchiati da tergo'.
Tredici le pagine del Comunicato Stampa a firma del Procuratore della Repubblica Dottoressa Maria Antonietta Troncone con cui è stata diramata la notizia di quanto disposto dalle Autorità.
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