CAMORRA, PENTITI & POLITICA. Galeotta fu la rete dei citofoni

Pellegrino-Attilio

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L'ormai nota rete di citofoni, usata da fidati affiliati per comunicare con il boss Zagaria, è tornata ad essere argomento di discussione nei palazzi di giustizia grazie alle dichiarazioni del pentito Attilio Pellegrino, dichiarazioni che saranno usate nelle prossime udienze dal pm Catello Maresco nel processo per le minacce all'ex sindaco Giovanni Zara, che si sta svolgendo dinanzi al seconda sezione del tribunale di S.Maria

L'ex cassiere del clan, originario di Villa di Briano, ha parlato con l'antimafia anche delle presunte relazioni tra l'ex sindaco Fortunato Zagaria con l'ex primula rossa stanata 4 anni fa in via Mascagni.

"Ho sentito parlare di Fortunato Zagaria, - ha dichiarato il collaboratore alla Dda, -  e so per aver appreso da vari affiliati, come Giovanni Garofalo, che era una persona appoggiata da Michele Zagaria e che si metteva a disposizione. Ricordo anche che Giovanni Garofalo mi parlò delle intenzioni del gruppo Zagaria di far cadere la vecchia amministrazione affinché potesse essere eletto un’altra volta Fortunato Zagaria come sindaco. Ci serviva inoltre avere appoggio dell’amministrazione comunale anche per evitare i controlli che facessero scoprire l’attrezzatura tecnica che avevamo posizionato a Casapesenna per colloquiare direttamente con Michel Zagaria via citofono.  Il sindaco precedente, secondo quanto riferitomi da Garofalo era un infame perché non si metteva a disposizione e pertanto si decise di far dimettere qualche consigliere a noi vicino per farlo decadere e far subentrare quindi Fortunato Zagaria, appoggiandolo anche nelle elezioni."

A conferma di queste dichiarazioni la Procura antimafia ha riscontrato le “dimissioni che determinarono così la fine del mandato per il sindaco Zara” il 10 febbraio del 2009. E nel giugno dello stesso anno, “Fortunato Zagaria” fu “rieletto per la terza volta sindaco di Casapesenna”.

“Verosimilmente, - ha spiegato la Direzione distrettuale antimafia, - ciò accadeva proprio affinché, così come riferito dal collaboratore di giustizia Pellegrino, l’amministrazione comunale non creasse ostacoli per la realizzazione di impianti elettrici nelle strade cittadine, che venivano utilizzati per consentire un collegamento a mezzo citofono tra il rifugio di Zagaria e le abitazioni di alcuni affiliati di fiducia”.

La rete dei citofoni è stata citata anche da un altro pentito, Generoso Restina, per vari anni vivandiere del boss di Casapesenna. “Ho partecipato agli incontri con i parenti prossimi di Michele Zagaria avvenuti nella casa di via Cristoforo Colombo e posso ricostruire il percorso del sistema di comunicazione privato e della cablatura personale effettuato nel comune grazie all'intervento di Antonio Piccolo e del sindaco Fortunato Zagaria.  […] Posso riferire, - ha proseguito Restina, - dei rapporti tra Michele Zagaria ed il sindaco Fortunato e dell’incotro in cui fu decisa la candidatura di Giovanni Zara e successivamente poi dell’ordine di far decadere la giunta da lui retta. […] Sono a conoscenza degli incontri fissati negli uffici di…omissis…con imprenditori  e politici tra cui ricordo…omissis… Fortunato Zagaria ex sindaco di Casapesenna”.

Giuseppe Tallino