CAMORRA & ELEZIONI. La confusione del pentito e il suo credo “di sinistra” che si piega al volere del Clan
I camorristi, non di vertice, ma quelli che, nella loro carriera criminale hanno ricoperto comunque posizioni medio-alte della piramide mafiosa, il più delle volte hanno solide competenze in materia di struttura del Clan, di omicidi, estorsioni, lotte tra le varie fazioni, conoscono i diversi business in mano all'organizzazione. Quando si cimentano, invece, nell'analisi politica, nelle candidature, le loro conoscenze iniziano a scricchiolare.
Abbiamo testimonianza diretta di collaboratori di giustizia che in aula si sono mostrati ferratissimi e coerenti nei racconti di esecuzioni anche molto datate rispetto alla loro decisione di 'passare' con lo Stato. Con precisione hanno descritto tutto nei particolari: da chi chiamava la ‘battuta’, alle pistole usate per ammazzare.
Abbiamo, però, anche uguale testimonianza diretta di pentiti che, interrogati sui sostegni elettorali han fatto confusione.
Stabilire la rilevanze di queste inesattezze è competenza della magistratura. Noi possiamo solo rilevarle, come quella compiuta da Massimiliano Caterino.
“Enrico MARTINELLI sindaco di San Cipriano so che era a disposizione di Peppinotto, Antonio IOVINE e Rafilotto. Io, - ha dichiarato il collaboratore alla Dda nel maggio 2014, - pur essendo di sinistra l’ho votato su indicazione di Michele ZAGARIA, Peppinotto e gli altri del clan per le elezioni provinciali del 2005 se non sbaglio e comunque nel periodo in cui era presidente DE FRANCISCIS quando lui fu eletto come consigliere provinciale."
Ecco. Il 'se non sbaglio' già dimostra l'insicurezza nell'affrontare un'argomento non maneggiato con destrezza da Caterino. Martinelli, infatti, nel 2005, alle provinciali, non si candidò. Vinse le comunali a S.Cipriano, con 4457 voti, un anno prima, nel 2004, ma, sullo storico dell'Interno non compare (salvo nostra disattenzione) tra i politici in gara nello scontro De Franciscis-Cosentino.
D'altronde Caterino si occupava di altro nel clan. Aveva competenze diverse: era un luogotente. E, a nostro avviso, un po' di confusione, diciamo così, è fisiologica. Vogliamo, invece, porre l'attenzione su un'altra sua curiosa affermazione: "Pure essendo di sinistra". Per chi ama non fermarsi ai dati criminali, ma indagare sulla persone che ha compiuto quelle gesta deplorevoli, quel "pure essendo di sinistra" è un'informazione degna di nota: il pentito afferma, o meglio, affermava di avere un suo credo politico, ma di esser stato comunque disposto (non soffermandoci sull'errore di contesto con le provinciali) ad intaccarlo per soddisfare il volere del Clan.
"In relazione alla sua disponibilità (di Martinelli ndr) - ha continuato 'o Mastrone, - per il clan posso indicare un altro episodio avvenuto a Natale del 2004 o 2005 relativo al bar NOVECENTO di mio fratello CATERINO Ornello a piazza Gugliemo MARCONI di San Cipriano. I Carabnieri di San Cipriano gli contestarono la mancata autorizzazione per un biliardino e così i vigi urbani dovevano sospendere l’attività per un mese dal primo al 31 dicembre. Io chiesi quindi l’intervento di Michele ZAGARIA che attivò Enrico MARTINELLI del clan IOVINE il quale in una riunione tenutasi a casa di BASCO Oreste dove eravamo presenti io, Enrico MARTINELLI componente del clan, Enrico MARTINELLI sindaco, Michele ZAGARIA, BASCO Oreste e PAGANO Pasquale parlammo di questa questione ottenendo il rinvio dell’esecuzione della sospensione al periodo dopo le feste."
Nello stesso verbale Caterino riferisce anche di un'altra usanza, che coinvolgerebbe, diciamo così, una consolidata tradizione, come lo scambio dei doni nelle festività natalizie, e gli affari del clan.
"In quest’occasione, - ha raccontato il collaboratore, - parlammo anche della distribuzione dei panettoni e dello spumante ai dipendenti del comune cosa da sempre gestita dal nostro bar che Enrico MARTINELLI sindaco voleva affidare a tale ‘o varcaiuolo titolare di un altro bar al corso Umberto di San Cipriano a fianco al consorzio agrario gestito da lui e da Enrico MARTINELLI di cui questa persona è cognato. Alla fine si decise di dividere le forniture a metà: noi avremmo messo i panettoni e loro gli spumanti. Dall’anno successivo poi non abbiamo più fatto niente. Tuttavia il sindaco MARTINELLI non mantenne l’impegno poiché i vigili avvisarono verbalmente che il 4 dicembre avrebbero dovuto chiudere il bar per un mese. Mandammo quindi BASCO Oreste e PAGANO Pasquale per conto e in nome di Michele ZAGARIA, direttamente dal sindaco a minacciarlo di morte se avesse chiuso il bar. Il sindaco si rivolse ad Enrico MARTINELLI criminale e facemmo un’altra riunione in cui si decise che la sospensione si sarebbe fatta dopo le feste; cosa che poi avvenne. Un’altra quesione che interessò il sindaco MARTINELLI fu quella di posticipare l’esecuzione dell’acquisizione al comune della casa di Pasquale SPIERTO su richiesta di Peppiotto, Antonio IOVINE e Michele ZAGARIA….omissis…”
Giuseppe Tallino
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