Parlamentari che orbitano nel sistema Zagaria? C’è ancora da indagare: le dichiarazioni inquietanti ed omissate di “Gerry”
Il Michele Zagaria fuggiasco è stato un boss tecnologico, ingegnoso. Ma l’ex primula rossa del Clan, nel corso della sua lunga e misteriosa latitanza, si è mostrato cosciente anche della pericolosità dei nuovi mezzi di comunicazioni: troppo intercettabili, molto rischiosi. E quindi, per parlare in sicurezza con i propri sodali, oltre all'ormai noto sistema dei citofoni (CLICCA QUI), niente era considerato meglio degli storici pizzini.
“Preciso che quando ho riferito nei precedenti verbali dei pizzini attraverso cui Michele Zagaria fissava incontri riservati al Jambo, con personaggi della politica e dell’imprenditoria si trattava di pizzini che Michele Zagaria indirizzava a Sandro Falco, pizzini nei quali venivano indicati i soggetti da invitare, ed era poi Sandro Falco che riceveva da me questi pizzini ad organizzare gli incontri con questi soggetti, incontri cui partecipava Michele ZAGARIA. Ribadisco, - ha dichiarato, nel marzo 2015, il collaboratore di giustizia, - alcuni dei nomi indicati in questi pizzini, che Falco doveva invitare agli incontri con Michele Zagaria, e fra questi vi era ….OMISSIS… noto parlamentare campano, …OMISSIS…. altro noto parlamentare campano, …OMISSIS… imprenditore di Marcianise. Al momento ricordo questi, e mi riservo di riferirli qualora mi dovessero venire in mente.”
“Fin dai primi tempi che ho avuto a che fare con Michele Zagaria, - ha proseguito Restina, - mi spiegò che anche se lui era proprietario del Jambo, doveva pagare una quota al clan, per consentire di pagare gli stupendi ai detenuti, era un onere che spettava a tutti anche a lui compreso….OMISSIS….[…] Tenga anche presente, anche un'altra cosa, quando si tratta di personaggi molto legati al clan, con cui c’è confidenza possono essere chiamati per contronome se lo hanno.”
Leggere quei pizzimi, per "Gerry", non era semplice. “[…] Erano assicurati dalle spillette Io per leggerli, - ha spiegato l’ex vivandiere del boss, - dovevo togliere le spillette e poi rimetterle, operazione che richiede un po’ di tempo e anche una certa precisione. Quando avevo tempo lo facevo, quando non lo avevo non lo facevo. Rappresento, anche che i pizzini li portavo oltre che a Falco, anche a Inquieto Giuseppe, Massa Rosaria, Abate Amalia, …OMISSIS… ed altri. Quando portavo i pizzini a Sandro Falco talora li portavo ad esempio unitamente ai circa 200 mila euro in contanti che Zagaria conferiva al Falco. In questi casi, ovviamente non perdevo tempo ad aprire il pizzino avendo la responsabilità di portare il prima possibile il denaro a Falco. Quando i pizzini non li portavo a Falco, ma a soggetti che abitavano a Casapesenna lo stesso non avevo tempo di aprirli perché il percorso era troppo breve. Altre volte ancora, avevo fretta per fatti miei, per cui anche se andavo al Jambo non avevo tempo per aprire i pizzini. […] Quanto ad ulteriori soggetti operanti in politica, - ha aggiunto Restina,- ricordo che assai spesso si faceva da parte dei fratelli Zagaria il nome di …OMISSIS… e anche quello di …OMISSIS….. Preciso che, mentre di …OMISSIS…. se ne parlava in quanto era un politico che aveva una certa influenza in provincia di Caserta, per cui il gruppo Zagaria doveva necessariamente avere rapporti con il partito e la corrente di quest’uomo politico viceversa ho avuto la netta sensazione”.
Il sistema orbitante intorno al boss di Casapesenna, scoperto finora, alla luce dei nuovi racconti dei collaboratori e dei contestuali omissis, potrebbe apparire solamente una piccola porzione rispetto all'universo costellato da politici ed imprenditori protagonisti di presunte relazioni dirette con Michele Zagaria.
Insomma, c'è ancora tanto da investigare. Restina ha detto cose pesantissime, cose che, evidentemente, vanno analizzate con delicatezza. E come per tutte le cose difficili, complicate, servirà tempo. Bisogna aspettare.
Giuseppe Tallino
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