FURTO ALLA STAZIONE. Storia comica che finisce in condanna: il capofamiglia si ‘canta’ moglie e figlia

Veduta di paesaggi nel Comune di  Asti (AT) - Stazione ferroviaria di Asti. L'immagine fa parte dell'Atlante dei Paesaggi  astigiani e monferrini, realizzato per una più ampia conoscenza ed efficace salvaguardia del patrimonio paesaggistico del territorio piemontese.

  • Stampa
  • Condividi

La storia ha un discreto potenziale comico, anche se, come leggerete, è finita con una sentenza che lascia poco spazio al riso.

Lo scenario è quello della stazione di Falciano. I fatti risalgono al 2013. Un uomo, che lavora al nord, era stato accompagnato in prossimità del treno da moglie e figlia, quando, improvvisamente, una donna, anche lei in partenza per il settentrione,  sbotta gridando di essere stata derubata.

L’urlo della signora viene subito raccolto dagli agenti della Polfer, i quali adocchiano due  donne che si allontanano dalla stazione. Gli agenti chiedono all’uomo, sempre in attesa del treno, chi fossero, qualora le avesse conosciute,  le persone che stavano andando via. E  ingenuamente il lavoratore, ignaro di quello che sarebbe accaduto da lì a poco, dichiara ai poliziotti che si trattava di sua moglie e di sua figlia.

Le forze dell'ordine, incassate le informazioni, attuano subito una perquisizione domiciliare che porta al ritrovamento del denaro. Quei soldi, secondo l’accusa, rappresentano il bottino del furto.

La vicenda è stata oggetto di un processo che si è svolto presso il tribunale di S.Maria Capua Vetere. Nel corso del dibattimento i difensori delle due donne hanno cercato di dimostrare che i quattrini rinvenuti a casa delle due donne erano stati prelevati dai conti di famiglia per pagare il pigione di casa.

Il giudice De Bellis ha assolto l’uomo, ma ha condannato sua moglie e sua figlia a 6 mesi di reclusione.

Giuseppe Tallino