Cosentino, le aziende di famiglia e la politica: “Mai chiesto aiuto alla camorra”

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Gli avvocati De Caro e Montone hanno chiesto all'imputato (CLICCA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PARTE DEL CONTROESAME) Cosentino di ripercorrere il suo impegno calcistico. "Ho iniziato a giocare quando avevo 13 anni, - ha risposto l'ex parlamentare. - Il calcio era uno dei pochi strumenti di socializzazione. (...) Mai conisciuto all'epoca personaggi divenuti poi boss, solo De Simone, ma come capace ala destra. (...) Frequentavo il Club Napoli. Negli anni '90 smisi di pagare la quota associativa"

I legali di Cosentino lo hanno interrogato anche sugli affari di famiglia. "Mai occupato dei carburanti. (...) Con i miei fratelli solamente una immobiliare, la 6c. Mai usato la politica, - ha sostenuto l'imputato, -per agevolare le aziende. (...) Non ho mai cambiato assegni e non so se mio fratello l'abbia mai fatto"

Nell'udienza di oggi è stato spiegato anche il nomignolo di 'americano', dato a Cosentino. "Mio nonno raggiunse una parente negli Usa. Da lì il soprannome, che non mi appartiene. La gente mi identifica con altro."

La difesa dell'ex sottosegratario ha affrontato anche argomenti che riguardano sostanzialmente un altro processo, quello dei 'carburanti',  che si svolge sempre dinanzi al collegio presieduto fal giudice Guglielmo.

"Gallo, - ha raccontato l'imputato, - è stato mi pare consigliere con Zippo e fu candidato anche alle provinciali con il Cdu. Una volta si rivolse a me per usarmi da intermediario col presidente Ventre, per fargli ottenere un ruolo. Dissi che non era del mio partito e non potevo far niente. (...) Riguardo la pompa di benzina so che stava facendo dei lavori, i quali aprirono ad un contenzioso,poi vinto, con i miei fratelli. Si poteva mettere un impianto ogni mille abitanti e mi sembra che Villa di Briano aveva sforato questa quota. (...) Mai interessato di questa vicenda".

"Zippo, - ha continuato Cosentino, - era espressione di centrosinistra. Dice che io lo avrei incontrato in prefettura con la dottoressa Stasi. Io non la conoscevo. E poi, come un viceprefetto di Napoli poteva vedersi con noi a Caserta. La ricostruzione di Zippo è destituita di ogni fondamento di verità. (...) Il prefetto era il dottor Schilardi a Caserta"

È stata trattata ancora la questione chiavi. "Erano in una busta con su scritto al sottosegretario Cosentino. Mai usate", ha specificato l'ex coordinatore regionale Pdl."

Seppur abbondantemente trattata in sede di esame, l'avvocato De Caro ha interrogato Cosentino pure sulla sua iniziale attività prima amministrativa e poi provinciale. "Fu il dottor Carlo Natale a chiedermi un impegno alle comunali. (...) La mia famiglia, - ha precisato l'ex deputato, - aveva sempre avuto un componente in consiglio comunale. (...) Mai nel mio percorso ho chiesto aiuto alla camorra.