LA MAXI INCHIESTA SUL CUB. Migliaia di euro spesi per la vigilanza. Per la Procura erano soldi destinati ai dipendenti del Consorzio
La gestione del Cub, secondo la Procura di S.Maria, è andata ad intrecciarsi anche con la nascita della International Security Guard, “società costituita solo in data 15 luglio 2009 […] priva di esperienza, - scrive il pm Cantiello, - e senza alcuna reale capacità operativa e senza necessità del servizio che andava ad effettuare”.
E quale opera questa srl era chiamata a realizzare? Risponde all’interrogativo l’avviso di conclusione indagine notificato qualche settimana fa agli ormai noti 108 indagati (CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO).
La International Security Guard, amministrata da Antonio e Gennaro Ianneo, era stata incaricata “in data 5 agosto 2009 (circa un mese dopo la sua costituzione ndr) dal Consorzio in virtù di una inesistente necessità e urgenza” di svolgere “l’attività di vigilanza delle patrimonialità custodite nei siti, falsamente attestando le capacità tecniche di una neonata società”
Tale mansione, afferma il pubblico ministero, abbracciava “un periodo complessivo di 11 mesi”. Quest’atto (l'affidamento) “urgente – raccontano gli inquirenti, - era adottato ‘nelle more dell’espletamento di un’eventuale e regolare gara di appalto, gara mai indetta e così assegnavano all’a Isg Srl un servizio di portierato con l’impiego complessivo di 35 unità lavorative”.
Il pubblico ministero ha precisato, però, che in riferimento a alla prestazione di vigilanza “mancava il requisito dell’urgenza e, - altro interessante elemento raccolto dagli inquirenti, - con […] proroghe ed estensioni, fittiziamente frazionando il contratto, facevano falsamente apparire che il contratto avesse un importo inferiore alla cosiddetta soglia comunitaria, caso in cui, invece, sarebbe stata necessaria una procedura di evidenza pubblica.”
Tutto l’ambaradan quanto sarebbe costato ? La cifra calcolata dalla Procura è inquietante: “Il costo reale del servizio, superiore anche a quello contrattuale, veniva documentato dall’emissione di fatture per oltre un milione di euro, ricevendo, nel periodo compreso tra il mese di ottobre 2009 ed il mese di febbraio 2010, per il parziale pagamento di complessivi 415 mila 299,20 euro.”
In relazione a questa vicende risultano indagati, per falso ideologico e peculato, i già citati Gennaro ed Antonio Ianneo, Enrico Parente (“nelle funzioni di presidente del Cub che, - aggiunge la Procura, - materialmente sottoscriveva gli atti") e Antonio Scialdone quale Direttore Generale del Cub (“che agiva, - secondo l'accusa, - quale determinatore ed istigatore”).
Tra i vari atti contestati dall'autorità giudiziaria, presenti nell'avviso e raccolti proprio per sostenere l'irregolarità del contratto stipulato tra Cub e l'istituto di vigilanza, uno, a nostro avviso, è, diciamo così, particolarmente degno di nota: si tratta di un illecito che, qualora dovesse essere ritenuto vero nelle future sedi di giustizia (riscontrando la tesi della Procura) contribuirebbe a spiegare l’implosione del Cub e i troppi mesi senza paga patiti dai suoi dipendenti.
Il pm Cantiello, infatti, sostiene che "venivano effettuati pagamenti illeciti utilizzando somme provenienti dal rapporto bancario [...] presso la Banca Popolare di Bari ed intestato al Cub con vincolo di destinazione e provenienti da trasferimenti mensili di risorse pubbliche pari a 2,5 milio di euro, previsti nel periodo 1 marzo-31 dicembre 2009 e disposti con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri [...] allo scopo di assicurare l'erogazione del trattamento economico spettante ai dipendenti e per le prestazione di lavoro rese, compresi i contributi previdenziali e gli oneri riflessi, nonché per il pagamento delle spese dei mezzi meccanici necessari per la raccolta rifiuti".
Giuseppe Tallino
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