Teatri di Pietra, domani il via
Santa Maria Capua Vetere: “Il Carro di Dionisio” all'Anfiteatro
Il 30 luglio e il 5 agosto gli altri due attesi spettacoli
SANTA MARIA CAPUA VETERE (Raffaele Raimondo) – L’affascinante vetusto sito dell’Anfiteatro Campano ospita, nel 2022, tre appuntamenti dello step campano dell’ormai “storica” Rassegna TEATRI DI PIETRA che dal primo decennio di questo secolo, grazie alla felice intuizione dell’autore/coreografo/regista Aurelio Gatti, “pone al centro la valorizzazione dei siti archeologici e monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo. La Rete dei Teatri di Pietra è un progetto in continuo sviluppo…per offrire un’occasione in più di vivere il paesaggio e la sua storia…, per fare del teatro antico (o dei luoghi dove si fa il teatro) lo spazio dell’incontro tra artisti e spettatori, espressione di quella comunità che, nell’esperienza dello spettacolo dal vivo, si rinnova ogni volta”.
In una nota dell’Ufficio-Stampa è precisato che“il segmento campano di Teatri di Pietra, promosso e realizzato da CapuAntica Festival e Pentagono Produzioni Associate con MIC Ministero della Cultura, Direzione Generale dei Musei Campani, e il Comune di Santa Maria Capua Vetere, porterà in scena, fino a venerdì 5 agosto, i temi propri del classico e la sua natura a interfacciarsi con il contemporaneo e il vissuto”. Dunque sarà pienamente confermata l’anticipazione che ci aveva fornito l’assessore municipale alla Cultura, avv. Annamaria Ferriero.
In buona sostanza, si tratterà di “un viaggio tra le pieghe del Carro di Dioniso(venerdì 22 luglio-ndr), la storia sempre eterna dell’arte del teatro e la sua capacità a riordinare le trame di un intreccio caparbio e alcune volte ostile, gli Acarnesi di Aristofane(sabato 30 luglio-ndr), temi cari all’autore di denuncia contro ogni guerra e contro il malaffare dei costumi e della società governante. E infine(venerdì 5 agosto-ndr) P.P.P. Presente, Passato, Pasolini, un omaggio al poeta in cui passato e presente convivono in uno sperimentalismo di forme, linguaggi e generi attraverso la riflessione disincantata dell’autore: "La più grande attrazione di ognuno di noi è verso il Passato perché è l'unica cosa che conosciamo e amiamo veramente".
Alle ore 21 del venerdì di questa settimana, Asso Teatro inaugurerà la Rassegna mettendo in scena Il Carro di Dioniso “dall’omonimo dramma satiresco di Ettore Romagnoli,con Marco Reggiani, Claudio Lardo, Christian Salicone, Dominique Barra, Giuliana Meli e Vito Cesaro,che firmaregia e adattamento. Questo dramma satiresco è riconducibile nella sfera del culto del dio Dioniso, dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi. I personaggi della commedia sono particolari, divertenti, caratterizzati e per certi versi surreali”.
Ecco l’esplicazione sulla trama: «Cerilo, ricco signore siciliano, e innamorato di Asteria, figlia di Anticlo Principe di Gela. Asteria è la più bella donna siciliana, bella e altera al tempo stesso, tant’è che la sua alterigia la porterà a giurare: “Solo di un Nume io sarò, oppure diventerò sacerdotessa”.
Il giuramento viene sentito di nascosto da Cerilo, il quale non vuole rinunciare ad Asteria e si rivolge a Fliace (Vito Cesaro), direttore di una compagnia di comici girovaghi. Insieme ordiscono un piano sulla base di una antica credenza popolare, la quale narra che un giorno, Dioniso con al seguito satiri e menadi, verrà sulla terra con il suo carro a rapire la figlia del Principe di Gela. Infatti, il piano ordito e quello che, durante la festa del genetliaco del Principe Anticlo, Cerilo, aiutato dagli attori Fliaci (dal Greco ϕλύαξ Filiax, ossia chiacchieroni), con il favore di tuoni e lampi finti, apparirà nelle vesti del Dio Dioniso per rapirla.
I due, dopo un trambusto generale, rimarranno soli, si parleranno e si chiariranno. Cerilo scoprirà che Asteria, vuole rimanere sulla Terra perché il suo Olimpo è la Sicilia. Solo a questo punto getterà la maschera… e tutto finirà nel modo da entrambi desiderato.
(…) La commedia antica si caratterizzava per la struttura abbastanza semplice in cui il coro era costituito da elementi travestiti da satiri caprini che si muovevano sulla scena alternando momenti di recitazione teatrale a momenti di vivace danza chiamatasikinnis.
In una felice simbiosi, il dramma satiresco presentava la struttura della tragedia e il colorito farsesco della commedia. Le storie erano di tipo comico, a volte addirittura parodie di episodi mitologici, che presentavano i satiri nelle situazioni più disparate. Nel dramma satiresco, troviamo dunque aspetti burleschi e grotteschi.
Il testo originario, come altri testi teatrali del primo ‘900 era trascritto in rime. Il lavoro di adattamento dell’opera, nel rispetto del testo originario, lo ha reso più scorrevole, veloce, con battute comiche a chiusura che ne spostano l’asse da dramma in rime a commedia brillante-comica».
Info e prenotazioni teatridipietra@gmail.com, whatsapp 3519072781, biglietti online su www.liveticket.it/teatridipietracampania. Ingresso euro 12 (intero), euro 10 (ridotto).
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