Presentazione del saggio di Fabio Carbone su Berlinguer

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TEANO – Lunedì 21 novembre – alle ore 17,30 – nella Sala consiliare di Piazza Municipio sarà presentato il volume di Fabio Carbone intitolato «Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai» e sottotitolato «La vita, la politica, i “pensieri lunghi” di Enrico Berlinguer, dal Secondo dopoguerra al Governo di “Solidarietà nazionale”», Aracne editrice. Organizzatrice dell’iniziativa l’Associazione culturale “Ten. Rino Cozzarini – Una pagina di Storia” che, per questo genere di pubblicazioni, ha all’attivo consolidate esperienze di analisi ed approfondimento: basti ricordare la presentazione ufficiale, nel 2013, del libro di Stefano Delle Chiaie «L’Aquila e il Condor», e, nel 2014, di «Trilogia della Celtica» di Nicola Rao, entrambi editi da Sperling & Kupfer.

L’imminente appuntamento, a libero ingresso, avrà inizio coi saluti di Antonio Migliozzi, solerte presidente del sodalizio promotore, e si svilupperà con l’intervento illustrativo dello stesso autore, il capuano Fabio Carbone, mentre Angela Zannini avrà cura di moderare il dibattito.

 Senza dubbio il volume, facendo perno sulla figura del segretario nazionale del Pci, si propone come un interessante contributo orientato, in particolare, alla rievocazione storico-politica dei controversi anni Settanta in Italia. E Paolo De Marco, nella parte conclusiva della sua prefazione, osserva: “Oggi vediamo bene quanto fossero fondate le preoccupazioni di Berlinguer per le conseguenze del malgoverno e delle degenerazioni dell’attività politica, ma in quegli anni le sue denunce furono bollate da molti esponenti politici e giornalisti come espressioni di moralismo e di conservatorismo, se non di ipocrisia, e furono anzi uno dei principali motivi della crescente tensione tra il Partito Comunista e il Partito socialista e di una durissima contrapposizione personale tra Berlinguer e Craxi”.

Non sapremo mai – avverte a sua volta l’autore, configurando gli sbocchi del suo lungo itinerario di studio – “cosa sarebbe stata e come sarebbe diventata la Sinistra italiana se Berlinguer fosse sopravvissuto” al malore che lo colpì a Padova nel giugno del 1984. E non sapremo mai – aggiunge – “come avrebbe reagito il Pci con Berlinguer vivo alla dissoluzione dell’Unione Sovietica” sopraggiunta dopo le spinte innovative di Gorbaciov. “Sappiamo però – afferma con malcelata amarezza l’autore –  cosa è successo alla Sinistra. Il massimo tributo che si poteva offrire all’ultimo grande leader del Pci consisteva nell’andare oltre il punto in cui è stato costretto a fermarsi e a passare il testimone, per soddisfare in pieno quel bisogno di identità che si cercava, all’alba dell’ultimo decennio del XX secolo, nel socialismo italiano”.

Carbone va ancora oltre, ma ci pare che siano già sufficienti questi frammenti ad immaginare quali argomentazioni, a monte e a valle, potrebbero essere sfoderate durante il dibattito che, anche alla luce dell’attuale burrascosa fase politica nel nostro Paese in Italia e nel mondo, si preannuncia certamente appassionante.

Raffaele Raimondo