Le opere di Giovanni Izzo al centro di un seminario al Suor Orsola Benincasa

IMG-20171120-WA0014_resized

  • Stampa
  • Condividi

(giovanna pezzera) E’ un vero e proprio tsunami quello che hanno provocato le foto di Giovanni Izzo.

Dal mare della Domiziana a Bath, attraverso l’Italia che ha aperto gli occhi su un fenomeno per anni occultato dall’omertà, fino a quando gli scatti di Giovanni Izzo sono riusciti a scalfire il muro del silenzio e della cecità, sono riusciti a far parlare i luoghi violati e gli sguardi rapiti a volti che raccontano storie drammatiche ma anche di speranza.

I bianco e nero di Izzo strappano dall’oscurità le storie nascoste di ciò che è avvenuto, e continua ad accadere, lungo la Domiziana, portando alla luce le violenze e lo scempio subiti dal territorio, le violenze ed i drammi delle persone che affrontano le insidie del mare e le angherie di chi gestisce i loro viaggi; scuotono le coscienze dormienti con i loro racconti, le speranze rubate, le attese lasciate su un lungomare dove le ali sono tarpate, i sogni spezzati, gli sguardi che fissavano il futuro si girano verso ricordi sempre più lontani…

Case sgretolate dalla furia del mare perché le fondamenta poggiano sulla sabbia; ragazzine avviate alla prostituzione; spaccio e lotta per il dominio della Domiziana: il paradiso campano di appena qualche anno fa. Con il video denuncia di Giovanni Izzo sono saltate alla ribalta dell’attenzione dei media internazionali, accendendo i riflettori sulla storia della Domiziana, il suo degrado, gli abusi, le violenze quotidiane, l’invivibilità di una zona irriconoscibile.

A Bath, dove è stato ripresentato in concomitanza della riapertura dell’anno accademico, e dove è stato visionato dall’ambasciatore italiano a Londra, Pasquale Terracciano, il video denuncia di Izzo ha suscitato commenti di ammirazione e di sconforto per chi conosce la zona e ne ha apprezzato  le potenzialità paesaggistiche; un dibattito permanente sulla mafia nigeriana e le lotte che sono scaturite per l’egemonia in questi luoghi.

Emozioni sempre diverse, quelle suscitate dal lavoro di Giovanni Izzo che, da Napoli per ‘Imbavagliati’, lui che a pieno titolo può essere ascritto tra i tanti giornalisti che quotidianamente denunciano senza potersi esporre, è approdato alle giornate dedicate al progetto ‘Pineta Mare Castelvolturno / Territori non-standard’ presentato a Napoli dal 3 ottobre al 6 ottobre, un suggestivo Workshop di progettazione organizzato da: Ecole Nationale Superieure d’ Architecture ENSA Nantes, Dipartimento di Architettura Federico II Napoli, Dipartimento di Scienze Politiche Federico II Napoli.

Gli scatti di Izzo sono reclamati da diverse Università: sono la base per approfondire e confrontarsi su tematiche che purtroppo fanno ormai parte di un territorio che cerca, grazie anche al Don Chisciotte Izzo, di far accendere quanti più riflettori possibile su una realtà nascosta ed indifferente a chi quotidianamente attraversa la Domitiana senza rimorsi, dimenticando la bellezza di quei luoghi e l’importanza, per l’intera popolazione, di riappropriarsene.

Dopo l’Università Americana di Napoli, oggi sarà il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’università degli Studi della Campania ‘L. Vanvitelli’ ad ospitare la mostra dell’artista, curatore Luca Palermo. Alle ore 15.00, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, nell’ambito di un ciclo di seminari su Letteratura, cinema, musica e mafie, a cura del prof. Isaia Sales, le opere di Giovanni Izzo saranno la traccia su cui si snoderà un pomeriggio di approfondimento e di studio sulle tematiche affrontate, ma già altre Università, anche estere, sono in attesa di esporre le foto, ormai patrimonio internazionale, di Izzo che, dal 15 dicembre al 20 gennaio, esporrà al Castello Ducale di Sant’Agata dei Goti, per un Natale all’insegna della riflessione con le foto ed il documentario 'The Domitiana'.