Oggi pomeriggio la messa per ricordare don Giuseppe Lauritano

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(gp) Ricorre oggi il primo anniversario della dipartita del Canonico Don Giuseppe Lauritano, parroco della chiesa madre intitolata al patrono, San Giovanni Battista, per 57 anni. Guida spirituale e memoria storica di oltre mezzo secolo della comunità locale.

La notizia della sua morte, fece radunare in brevissimo tempo numerosi fedeli ed amici dinanzi alla chiesa, in attesa di poterlo salutare per l’ultima volta.

Era malato da tempo ma sempre aveva superato le crisi tornando al proprio apostolato; nell’ultimo periodo della malattia aveva guidato la parrocchia don Ciro Lardone, fino all’arrivo del successore, don Giovanni Corcione.

Di don Peppino, come tutti amavano chiamarlo, si avrà memoria ancora per molti anni, avendo seguito intere generazioni, ed a distanza di un anno sono in molti a ricordarlo con affetto e gratitudine, una figura che ha legato il suo modo di essere ad un lungo periodo del paese.

Molto devoto della Madonna e del santo patrono, era solito salutare benevolmente soprattutto i bambini presenti in chiesa alla fine delle celebrazioni religiose.

Si lascia al teologo prof. Tiziano Izzo lo spazio per riportare un ricordo del suo stretto rapporto con il canonico: ‘Un aneddoto che mi colpì molto, da piccolo, era il racconto del suo stupore all'inizio della sua venuta a Grazzanise per essere apostrofato "zi parruchia'",  finché qualcuno non gli spiegò che nel dialetto locale non significava ‘zio’ come parente, ma era un appellativo più informale per dire "Signor Parroco", poiché nel Grazzanisano lo zio di sangue veniva indicato con "zezio". Don Peppino era una persona di una rarissima intelligenza e devozione, nei rapporti non era falsamente mieloso come alcuni preti odierni, costretti quasi a recitare un copione del garbo evangelico. Era vero: non amava i convenevoli, ammetteva, e ammetto, che avesse un carattere forte e passionale, ma che compensava con la sua disponibilità nei momenti di crisi, lutto e necessità. Una disponibilità non urlata ma nascosta. Si scherniva e stava male quando un rapporto si inclinava. Le sue battute erano un ponte talvolta non compreso, ma che si costruiva per raccogliere in quella sacrestia tutti coloro che ritornavano nella Chiesa appunto "madre" che ha con lui generato diversi figli alla Cristianità della tradizione e non del tradizionalismo, della Storia che si incarna nelle storie odierne di dolore e di gioia di ciascuno. Questo era don Peppino e io quel bambino con il secchiello dell'acqua santa che lo guardava con timore e amore ammirato allo stesso tempo. Devo a lui parte della mia cultura e dei miei studi locali. Ha contribuito a costruire una identità religiosa e, perché no, anche civile Grazzanisana’.

Oggi pomeriggio, alle ore 18.30, dopo la preghiera del Rosario in sua memoria, sarà celebrata La SANTA MESSA in Canto in suffragio; come da tradizione le Campane di richiamo al sacro rito suoneranno a gloria (distesa) per ricordare il suo ingresso nella liturgia celeste.