Lavoro precario e dichiarazione dei redditi: la stangata estiva è dietro l’angolo!

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Alzi la mano chi non conosce la regola del conguaglio fiscale in dichiarazione dei redditi! O meglio, alzi la mano chi non sa che con più di un CU (ex CUD) per il medesimo anno d’imposta scatta l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi! Annualmente nella CU sono certificati i redditi conseguiti nell'anno d'imposta precedente e le conseguenze del doppio (o triplo – o quadruplo) reddito portano, nella maggior parte dei casi, a conguagli negativi per il contribuente, che spesse volte possono rivelarsi vere e proprie stangate estive!

In questo lunghissimo periodo di forte precariato la necessità di effettuare il conguaglio fiscale da parte dei contribuenti è sempre più frequente. Il contratto a tempo indeterminato, soprattutto per i giovani che si affacciano adesso nella giungla del mondo del lavoro, è sempre più una chimera. Contratti di uno, due, tre, sei mesi, continui cambi di lavoro, indennità di disoccupazione, prestazioni occasionali di lavoro, tutto ciò rende necessario il conguaglio fiscale con il modello 730 o Unico Pf.

L’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) è progressiva e per scaglioni di reddito, e quindi le aliquote da applicare crescono al crescere del reddito posseduto. Nell’ultimo periodo di imposta l’aliquota è stata del 23% fino a 15.000 euro, del 27% tra 15.000 e 28.000 e così a seguire. Qui scatta la stangata: la tassazione applicata su due contratti di lavoro per un totale imponibile di 22.000 euro, è sicuramente diversa, e più alta, della tassazione applicata considerando singolarmente due redditi da 11.000,00 euro ciascuno.

Nelle singole CU, il datore di lavoro, non conoscendo (almeno in linea teorica) il precedente reddito di 11.000,00 euro già percepito, applica correttamente l’aliquota del 23%, come fatto in precedenza dall’altro datore di lavoro. La conseguenza è che il contribuente paga il 23% su tutti i 22.000 euro, invece di pagarla solo sui primi 15.000 euro, applicando l’aliquota del 27% sulla restante parte di 7.000 euro. Inoltre all’aumentare del reddito imponibile, si riducono in maniera proporzionale le detrazioni da lavoro applicate. Risultato: Irpef a debito da versare in sede di 730 o Unico Pf, oltre ad addizionali, regionale e comunale, da versare ulteriormente a conguaglio.

E’ qui che per molti, scatta il dilemma. Correre in banca/posta a pagare o correre verso le calde spiagge per la tintarella?

Questo risultato/stangata può essere però, se non evitato, quanto meno ammorbidito da una semplice azione che i lavoratori dovrebbero mettere in pratica ogni volta che si trovano ad affrontare un cambio di datore di lavoro. Informare il nuovo datore di lavoro dei redditi percepiti e delle detrazioni fiscali fruite nell’anno in corso. Stesso meccanismo può essere utilizzato da chi è contemporaneamente titolare di due contratti part-time. Informare, uno dei due datori di lavoro, del reddito e delle detrazioni fiscali dell’altro rapporto di lavoro dipendente, può far si che il sostituto d’imposta calcoli correttamente le detrazioni e l’aliquota da applicare e vi lasci tranquillamente preparare le valigie per il meritato riposo!

Buona “dichiarazione” a tutti!!!

Luigi Pezzera