PROPOSTA SHOCK: Antropoli al posto di Cantone! La nuova giurisprudenza del chirurgo sull’Asmel, ma deliberato e sentenza dicono altro

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SILENZIO, PARLA ANTROPOLI - Checché ne pensino, siamo buoni d’animo, ed infatti, oggi, cominciamo da un aspetto positivo (forse l’unico della vicenda):  Antropoli risponde, reagisce. Anzi, Antropoli ci risponde. Il fatto che l’abile chirurgo abbia dato segni di vita-politica su una questione seria, al di là delle modalità adoperate, è un bene. Un applauso, quindi, al risveglio di Antropoli.

Veniamo ai fatti: il sindaco di Capua ha inviato a noi e ad altre testate una nota dal titolo “A CHI E’ ‘CONFUSO’ DICIAMO: LEGGITI LE CARTE” riguardante l’adesione della sua amministrazione all’Asmel e alle gare affidate proprio alla centrale di committenza attenzionata dall’Anac.

L’ANTROPOLOGIA DI ANTROPOLI - Piccola premessa: abbiamo tanta esperienza (purtroppo diretta) nel fronteggiare politici che, quando sono stati costretti al contraddittorio, sono soliti tirare in mezzo il ‘leggiti bene le carte’: è atteggiamento tipico di una classe dirigente radicata in Terra di Lavoro, la quale, però, ultimamente, sta attraversando decisamente una fase calante.

Ritorniamo alla sostanza dell’argomento: l’ottimo medico, da uomo sensibile agli altrui malesseri, è accorso in nostro aiuto correggendo la nostra confusione, annunciata “in maniera marzulliana”, scaturita dalle sue recenti scelte amministrative.

LA TEORIA ASMEL - Il sindaco dice (ma non dice) di averci curato (dalla confusione) sostenendo che far espletare gare all’Asmel, ora, per Capua, è fattibile ed in linea con quanto  affermato da Cantone, perché l’ente che governa da 10 anni  ha acquistato quote di quel consorzio. Con tale mossa, cioè, diventando socio dell’Asmel, Antropoli, secondo la sua tesi,  andrebbe a smentire un principio base del deliberato dell’Anac: “La partecipazione degli Enti locali alla centrale di committenza è dunque solo indiretta e non essendo previsto un sistema che garantisca un ‘controllo analogo’ da parte degli Enti locali coinvolti”.

Comprando quote, quindi, la partecipazione diverrebbe diretta e il comune, così, sarebbe in grado di controllare. Acquistando quote, insomma, avrebbe evitato che l’ “Asmel agisca come un soggetto di diritto privato del tutto autonomo” rispetto al comune.

Aggiungiamo ancora nel dire che per Antropoli la compera delle benedette quote è coerente con le precisazione rese da Cantone in un comunicato del marzo scorso, sugli effetti della sentenza del Tar sull’Asmel: “L’eventuale affidamento diretto di servizi di centralizzazione (o anche di sola intermediazione negli acquisti) può ritenersi legittimo solo se disposto nei riguardi di un ente operativo sul quale è esercitato un controllo analogo congiunto da parte dei soli comuni coinvolti direttamente nella costituzione di tale soggetto strumentale”.

QUESTIONE DI MODESTIA - Caro dottore, leggiamo. Leggiamo parecchio. La verità in tasca, fortunatamente, non è da noi posseduta, anzi, siamo talmente rispettosi del confronto, delle altrui visioni che siamo perfettamente consci di poter incappare in ‘svarioni’. Se riscontriamo una svista, per il nostro ego, non è un problema accettarlo: da persone serene ammettiamo con pace lo sbaglio.

Se ci credessimo in torto, dunque, avremmo ringraziato per la risposta e continuato a fare il nostro mestiere: però, ci dispiace, ma stavolta non siamo in errore.

DELIBERA, SENTENZA E COMUNICATO - Il deliberato n°32 dell’ex esponente della Dda di Napoli non afferma (e non lo sostiene neppure il comunicato del 23 marzo scorso) che un comune, comprando le quote della centrale di committenza, va ad esercitare su di essa un controllo analogo sull’operato stesso dell’Asmel. Non lo può dire innazitutto perché questo consorzio, in origine, oltre ad avere una parte privata, il Consorzio Asmez, nasce con all’interno proprio un ente municipale, il comune di Caggiano insieme alla “Asmel Associazione non riconosciuta. Successivamente, è vero che la parte privata, ovvero il Consorzio Asmez, ha ceduto le sue quote all’Asmel, cercando di attenersi ai suggerimenti dell’Anac sui problemi legati alla presenza del privato nella sedicente centrale,  tuttavia, nonostante tale mossa, tra gli elementi annunciati prima dall’anticorruzione e poi ratificati dal Tar Lazio, che non fanno rientrare l’Asmel arl tra i possibili sistemi di aggregazione degli appalti, è ancora viva la riscontrata “presenza, seppur indiretta, di società private nella compagine consortile” e “l’operatività territoriale sostanzialmente illimitata di Asmel s.c.a.r.l.,”

LO SPIEGHIAMO FACILE FACILE – Finora, forse, i lettori hanno capito ben poco: cerchiamo di semplificare la questione. Il problema dell’Asmel sta nella sua natura societaria. L’ormai famoso deliberato n°32 dell’Anac richiama l’articolo 2 dello statuto della società consortile, nel quale essa stessa si definisce organismo di diritto pubblico. L’anticorruzione ha scritto, invece, che non lo è assolutamente. Ed il Tar Lazio, sintetizzando al massimo, ha confermato la tesi dell’authority guidata da Cantone.

L’Asmel non è organismo di diritto pubblico: se lo fosse stato,  il comprare quote attuato da Antropoli avrebbe avuto un senso e reso regolare l’affidamento e l’espletamento di gare. Visto che l’Asmel non lo è (ribadiamo: lo dicono Anac e Tar), l’azione amministrativa del chirurgo non ha risolto un ciufolo.

Il comunicato di Cantone,  citato dal sindaco, è rafforzamento al principio di legittimità presente nella delibera 32 e convalidato dal Tribunale laziale, quel tribunale che, inoltre, a prescindere dall’organismo societario dell’Asmel, no attribuisce all’ormai notissima società consortile, la qualifica di centrale di committenza.

Vogliamo essere pleonastici: il passo della nota del 23 marzo dell'Anac, estrapolato da Antropoli, si riferisce a qualora l'Asmel fosse un organismo di diritto pubblico.

DIRITTO PUBBLICO - La Asmel consortile  non può configurarsi quale organismo di diritto pubblico, atteso che non è ravvisabile un’influenza pubblica dominante sull’attività e sull'organizzazione della società consortile da parte dei piccoli comuni aderenti, tale da poter essere ricondotta al paradigma dell’organismo di diritto pubblico, come elaborato dall’ormai consolidata giurisprudenza sia in ambito UE che nazionale”

QUESTIONE DI PRIORITÀ - Prima di concludere, un’altra piccola riflessione: in Italia la magistratura è una. Cantone e l’authority che presiede, con il loro capace e fondamentale lavoro, forniscono un aiuto, un indirizzo agli enti pubblici. I deliberati dell’Anac, quindi, non fanno giurisprudenza, donano, piuttosto, un suggerimento, una linea che, a nostro avviso, riponendo estrema fiducia nell’operato dell’ex componente del pool antimafia, converrebbe seguire, sempre.  E’ la magistratura, organo indipendente,  che, volta per volta, può confermare o smentire quanto asserito da Cantone.

Al di là del merito della faccenda, decisamente tecnica e tediosa per i lettori, ci appare politicamente inspiegabile come un sindaco, che gestisce (ancora per pochi mesi)  da dieci anni un comune economicamente distrutto si preoccupi in maniera esagerata di legittimare l’espletamento delle gare all’Asmel.

Giuseppe Tallino

CLICCA QUI PER LEGGERE IL COMUNICATO DI RAFFAELE CANTONE

CLICCA QUI PER LEGGERE LA SENTENZA DEL TAR LAZIO

CLICCA QUI PER LEGGERE LA DELIBERA N°32 DELL'ANAC  

QUI SOTTO LA NOTA DEL SINDACO ANTROPOLI IN RISPOSTA AI NOSTRI ARTICOLI:

NONOSTANTE CANTONE la maggioranza Antropoli vuol comprare quote dell’Asmel
  Antropoli ha aperto in noi una crisi esistenziale. Cantone e Tar non contano a niente? Ecco chi espleterà la gara da 103 mila euro

A CHI E’ “CONFUSO” DICIAMO: LEGGITI LE CARTE

In questi giorni qualcuno si dichiara “confuso”, in maniera marzulliana si fa domande e si dà risposte, “fa lo sforzo” di leggere determine e sentenze. Trascura, però, di leggere il Comunicato pubblicato da Cantone sul sito istituzionale dell’ANAC, proprio per “chiarire la reale portata” della recente Sentenza del TAR Lazio sulla vicenda ASMEL.

Del resto sono centinaia i Comuni che in tutta Italia hanno aderito al “sistema ASMEL” ed era necessario che ANAC bloccasse sul nascere eventuali strumentalizzazioni.

Liberiamo perciò il campo da possibili “abbagli” e “svarioni” e leggiamo cosa dice il comunicato.

Il presidente Raffaele Cantone, pur vantandosi della vittoria innanzi al TAR in merito alla legittimità del provvedimento con cui un anno fa l’Autorità aveva di fatto limitato l’operatività della Centrale di Committenza, chiarisce quali sono le caratteristi che necessarie per operare con un modello “conforme” alle indicazioni di detto provvedimento.

Sottolineando che ogni Comune aderente all’accordo consortile debba acquisire una quota societaria della Centrale di Committenza, in modo da esercitare su di essa il classico “controllo analogo” delle società “in house”.

Cantone lo dice chiaramente: “In altri termini - come affermato già nella delibera n. 32/2015 – l’eventuale affidamento diretto di servizi di centralizzazione (o anche di sola intermediazione negli acquisti) può ritenersi legittimo solo se disposto nei riguardi di un ente operativo sul quale è esercitato un controllo analogo congiunto da parte dei soli comuni coinvolti direttamente nella costituzione di tale soggetto strumentale.

Bene. Il Comune di Capua ha fatto proprio questo: con delibera n. 7 del 29.03.2016 il Consiglio comunale ha legittimamente deliberato l’acquisto delle quote del capitale sociale di ASMEL CONSORTILE per poter svolgere le attività di centralizzazione delle committenza attraverso una società “in house”, sulla quale esercita, assieme agli altri Comuni, un “controllo analogo”. Il Comune di Capua è dunque oggi socio della società in house ASMEL CONSORTILE ed esercita sulla stessa un “controllo analogo” in maniera congiunta “da parte dei soli comuni coinvolti nella costituzione di tale soggetto strumentale”.

Con questo provvedimento, il Comune ha “blindato” senza alcun dubbio interpretativo le procedure di gara da espletare, tra cui quella per la “messa in sicurezza, prevenzione e riduzione del rischio connesso alla vulnerabilità degli elementi” della scuola media Pier delle Vigne.

Con buona pace di chi, nonostante gli “sforzi” non riesce a leggere o comprendere le carte, con il rischio di rimaner “confuso”….

Il Sindaco

Dott. Carmine Antropoli