Se dice il vero sarà un terremoto. CAMORRA E POLITICA. Il pentito fa il nome di un ingegnere e tira in ballo parcheggi e verde pubblico
Il narrato di un pentito non è vangelo, non rappresenta verità assoluta: non a caso, i magistrati dell’antimafia trattano il materiale offerto da ogni collaboratore con estrema prudenza: servono riscontri, confronti oculati prima di usarlo per accusare una persona.
Nella fattispecie-Salzillo, altri giudici, in caso di processo, valuteranno la sostanza dell’impianto accusatorio avanzato dalla Dda e contenuto nel documento di arresto firmato dal giudice Alfano. In quest’atto importantissimo, ratificato dal Tribunale di Napoli, però, Monaco non parla solo dell’imprenditore sammaritano: ha tirato in ballo, invece, anche altri politici, l’affare rifiuti (con i soldi che sarebbero stati portati ‘al figlio di quello con la barba’, Nicola Schiavone) e, come a fra poco leggerete, altri appalti.
“Sono ancora in grado di riferire della gestione del verde pubblico e delle imprese facenti riferimento o alla famiglia Schiavone o alla famiglia Zagaria che hanno lavorato nell’edilizia a S.Maria C.v. grazie al ruolo svolto da tale ingegnere Raucci di S.Maria C.V.”
Se il collaboratore ha dato realmente fuoco alle polveri, ostentato in questo verbale di febbraio, se l’abile antimafia partenopea troverà, poi, controprove alle sue affermazioni, allora per S.Maria e dintorni si aprirà un’era forzatamente nuova.
“Voglio evidenziare, - ha proseguito il pentito, ritornando sulla figura dell’ex consigliere accusato di 416 bis, - che il rapporto tra Salzillo e Nicola Schiavone era una millanteria del primo in quanto ricordo di un imprenditore, tale Di Leone, originario dell’alto casertano, il quale stava realizzando un fabbrica sulla Nazionale Appia, lato Curti, all’altezza del quadrivio posto subito dopo la caserma dei carabinieri in direzione Caserta.”
“Questo Di Leone, - ha continuato Monaco, - ritualmente avvicinato da noi per i lavori che stava realizzando, mandò a dire che stava a posto con il compare Nicola, con chiaro riferimento a Nicola schiavone. Il Morelli accertò che il Di Leone conosceva sì lo Schiavone in virtù dell’attività che il Di Leone svolgeva nella vendita di veicoli e che il Di Leone intendeva sfruttare questo rapporto per sottrarsi a quanto dovuto al clan. Il Di Leone inoltre aveva regalato un orologio a Nicola Schiavone proprio per guadagnarsi una sorta di amicizia. Il Morelli, accertato tale limitato rapporto, ebbe con il Di Leone una reazione violenta, in quanto lo picchiò selvaggiamente all’interno dell’autosalone di Pasquale Amendola, a San Prisco.”
Antonio Monaco ha lasciato intendere che sa tanto, che conosce non solo Salzillo, non solo l’affare rifiuti.
“Sono in grado di riferire, - ha aggiunto l’ex affiliato, - su imprenditori che hanno lavorato soprattutto nel settore edile grazie al Raucci. Posso riferire ancora del settore del verde pubblico e di fornire notizie in mio possesso del contesto dell’omicidio di Michele Iovine, nonché di tale Domenico Ventriglia, già sindaco di Curti e proprietario delle piscine Poseidon. Posso riferire della gestione dei parcheggi pubblici a S.Maria C.V.”
Verbali che rappresentano, per ora, soltanto una scossa nello scenario politico ed imprenditoriale di Terra di Lavoro. Adesso, però, bisognerà attendere e capire se la scossa finirà per restare un tremolio su carta o se rappresenterà l’inizio di un vero e proprio terremoto. Ma questa è materia di Dda.
Giuseppe Tallino
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