Convegno PD. Fondi europei: ora è il momento di pianificare

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GRAZZANISE (Raffaele Raimondo) – Pubblico delle grandi occasioni sabato 12 marzo, nella sala consiliare, per il convegno sul tema “Fondi europei: opportunità di governo e sviluppo per i nostri territori” organizzato dal PD guidato da Teresa Cerchiello. Del resto, la circostanza era di straordinaria importanza: l’hanno capito alcuni potenti della zona; non l’hanno afferrato, come al solito, i disfattisti di tutte l’ore e la gran parte del popolo distratto. I saluti introduttivi di Carlo Cerrito, presidente dell’associazione “I-DEM: più-Sud-più Europa”, della Cerchiello (che ha motivato cause degl’inghippi interni al Circolo PD “N.Jotti” e l’urgenza della ripartenza politica), di Paola Coen Salmon (dirigente dem di Castel Volturno) e del presidente dei Giovani Sammaritani, Giuseppe Campochiaro, hanno acceso i motori. Che si son riscaldati abbastanza con gl’interventi appassionati di Pasquale Ricciardone (già coordinatore dell’Ufficio tecnico-ispettivo AGEA) e dei sindaci Giovanni Schiappa (Mondragone), Antonio Papa (S.Maria la Fossa), Pasqualino Emerito (Cancello ed Arnone) e Vito Gravante (Grazzanise). cerchiello
Tutti, su versanti differenti benché convergenti, han sollevato radici, tronchi, rami e foglie sia secche che verdeggianti dello sviluppo del Basso Volturno, delineando puntuali/sofferte analisi del ritardo che affligge singole municipalità e l’intera zona. Per trovare il simile summit a Grazzanise (un tempo “capitale” della pianura che va da Capua al mare), bisogna risalire alla serata in cui qua sbarcò il governator Rastrelli, l’unica autorità regionale sinceramente intenzionata a realizzare nel casertano l’aeroporto civile più grande del Sud Italia: nondimeno, quella era un’altra età, quando ancòra v’erano regole certe e la “parola data” era tale, con tutto il suo impegnativo spessore; quando ancòra duravano le scie di una ricostruzione postbellica che vedeva il centro democristiano colloquiare a destra e a sinistra dello scenario politico-istituzionale dello Stivale e nelle realtà locale, secondo una serie di garanzie e presìdi di cui la vita democratica non può fare a meno.
E così, malgrado le vistose assenze dell’assessore regionale ai Fondi Europei e alle Politiche Giovanili, Serena Angioli, nonché del duo Gennaro Oliviero (presidente della Commissione Ambiente del Regione Campania) – Giuseppe Raimondo (assessore comunale grazzanisano alla programmazione economica, al bilancio, ai tributi e ai Fondi Europei -sic!-) e nonostante la “disattenzione in assenza” di gran parte dei corrispondenti della stampa locale (forse piuttosto imbarazzatini e render conto oggettivamente delle poderose spinte sul territorio provenienti dal Partito di Renzi), il convegno è sopravvissuto, anzi ha trovato le prime concrete risposte di cui si son fatti credibili protagonisti il consigliere, recentemente delegato dal governator De Luca all’Agricoltura e alla Pesca, Franco Alfieri, giunto addirittura da Agropoli (SA), e l’europarlamentare Nicola Caputo, componente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale (AGRI) del Parlamento di Strasburgo. Essi hanno tracciato limpide linee-guida del processo progettuale da attivare. Il loro è stato un discorso chiaro, chiarissimo, finalizzato a mettere a punto l’elenco delle precondizioni, necessarie ed urgenti, affinché possano arrivare i tanto attesi e consistenti finanziamenti europei, autentica manna in tempi in cui i trasferimenti dello Stato si son ridotti al lumicino. Ora è il momento di recepire bene i messaggi diffusi a iosa, di rastrellare, con lungimirante acume, volontà (politiche locali) e competenze (anche lontane e costose, ma di alto profilo) per passare dalle parole ai progetti: la materia non manca – nel paesaggio naturale come in agricoltura-agrozootecnìa, fra i grossi impianti dismessi come nel contesto dell’aviazione militare e civile –, le scadenze sono imminenti (i bandi regionali saranno pubblicati nel giro di due-tre mesi), Alfieri e Caputo hanno promesso di ritornare a dar incoraggiamenti e forza agli sforzi di pianificazione. Probabilmente occorre soltanto far “piazza pulita” delle resistenze, concettuali e culturali, prima che politiche, dei “galletti del pollaio” inclini a beccarsi, a spaccar peli per defilarsi, a non capire che è arrivata l’ora del confronto e della progettazione del futuro che è già sulla soglia.