Mentre i dimissioni scrivono manifesti al vetriolo, carabinieri in municipio fino a sera

Iodice Benincasa Massaro Oliviero Piccirillo

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Tre giorni fa (era il 12 marzo) gli ex consiglieri comunali, Ferdinando Iodice e Antonio Piccirillo, protagonisti del blocco dimissionario che ha mandato a casa il primo cittadino di Portico di Caserta, Gerardo Massaro, ha scritto un manifesto pesante per spiegare alla popolazione il motivo del loro gesto: “Mancanza di collegialità nelle decisioni”, “chi doveva ricomporre la frattura l’ha resa ancora più profonda”, “corteggiamento del sindaco alla minoranza”, “dubbi sul conflitto di interessi perché Massaro è imprenditore edile” e tanto altro su ufficio tecnico, lottizzazioni e gestione della struttura sportiva.

Insomma, il contenuto di questo scritto va preso con le pinze, perché racchiude affermazioni assolutamente non leggere: se i destinatari delle accuse mosse da Iodice e Piccirillo vorranno replicare, siamo (come con tutti) ben disponibili ad accogliere le loro tesi.

Possiamo aggiungere, intanto, che prima del tracollo, i malumori erano evidenti: deleghe revocate, qualche voto contrario. La mossa che ha spodestato Massaro, però, va anche contestualizzata con la recente (a questo punto tramontata) vicinanza dell’ormai ex sindaco a Gennaro Oliviero (anche in fase di tesseramento), mentre il fratello, Giuseppe Oliviero, confermava il proprio congedo dall’assise.

Tale aspetto, però,  va chiarito: il germano del consigliere regionale era stato eletto in minoranza, il suo comportamento, soprattutto in una comunità di poche anime, condita da logiche paesane, quasi campanilistiche, è stato coerente. Per farla breve, se ad un oppositore gli si presenta l’occasione per mandare a casa la squadra che lo ha battuto, non coglierla sarebbe stato a dir poco innaturale (azioni politiche del fratello a parte): quindi, sulla scelta di Oliviero c’è poco da meravigliarsi. C’è tanto, invece, da riflettere in merito alle decisione dei tre ex componenti della maggioranza dimissionari.

Al di là dell’analisi politica, delle scelte di fatto già metabolizzate (forzatamente), ci sono novità, più serie, da esporre: in questo clima teso, agitato (che probabilmente resterà tale fino a quando si ritornerà al voto, cioè fra almeno un anno) si sono inserite, di diritto e di dovere, anche le forze dell’ordine. Ieri, infatti, i militari dell’Arma della locale stazione, guidata dal comandante Nero, sono stati in municipio fino a tarda sera.

Giuseppe Tallino