ECCO LE CIFRE. Capua rischia ancora il baratro finanziario. I tribunali decideranno su contenziosi milionari: con sentenze negative dura rialzarsi
La grandezza di un comune è direttamente proporzionale alla mole di controversie che lo stesso rischia di affrontare ogni anno con privati o altri enti.
Se si tratta, poi, di un comune che, non avendo le finanze in condizioni favorevoli, tende a ritardare pagamenti e compagnia cantante, allora il numero dei contenziosi può aumentare esponenzialmente.
Capua è un comune importante, storico, che sfiora i 20 mila abitanti. Capua è anche un comune in dissesto e quando un comune dichiara dissesto, la pratica che commissaria di fatto le casse municipali va incentrata solamente sui debiti reali, accertati: non tiene conto, invece, di quelli non certi ed esigibili, perché oggetto di contese giudiziarie.
Le cause si possono vincere e si possono perdere: nel caso in cui la città governata da Antropoli dovesse perdere alcuni procedimenti importanti, ancora in corso, che riguardano cifre milionarie (per le motivazioni già esposte non oggetto del dissesto appurato), allora le sue finanze ri-crollerebbero in modo pesante.
C’è, ad esempio, l’istanza dell'Acqua Campania S. p.a., che ammonterebbe, dopo vari tentativi di transazioni fallite, intorno al milione e 200 mila euro da saldare (si attende il verdetto dei giudici).
Tuttavia il pericolo più grosso per le risorse del municipio è rappresentato dal giudizio pendente con il Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta. I
l Cub, infatti, ritiene l’ente, amministrato dal capace chirurgo, debitore di 6 milioni 635 mila euro per fatture non pagate sino al dicembre del 2009.
Se così fosse, cioè se un Tribunale dovesse dare ragione al Consorzio, significa che per tanti mesi sono stati incassati, grazie ai cittadini paganti, i soldi delle tasse sulla monnezza non versando il dovuto all’ente che gestiva proprio la monnezza.
E’ un questione che andrebbe collegata al management del Cub (sul quale ci sono indagini, chiuse da pochi giorni, che sostanzialmente riguardano reati destinati alla prescrizione) e ai tanti impiegati senza stipendio, non ri-cantierizzati.
Per il momento ci limitiamo a dire che se un tribunale dovesse accertare il presunto debito capuano nei confronti del Consorzio, per la storica città di Terra di Lavoro potrebbe aprirsi un altro baratro finanziario: e rialzarsi ancora sarebbe ancor più complicato.
Giuseppe Tallino
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