RIFIUTI ROVENTI. La “costante” Scialdone nel business della monnezza e le sue rivelazioni scottanti
L’ex enfant prodige dei rifiuti, che ha ricoperto ruoli chiavi nel Consorzio Unico di Bacino, negli ultimi mesi ha detto tanto agli inquirenti della Procura della Repubblica di S.Maria: molte cose sono state riportate nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Sergio Enea, altre, invece, i magistrati Fucci, D’Amodio e Urbano hanno preferito omissarle, segnale che potrebbe esserci ancora altro da scoprire, insomma, altro materiale per indagare.
"Sono a conoscenza, - ha rivelato Scialdone, ne luglio del 2015, - che la tangente mensile pagata dal titolare dell’azienda DHI Alberto DI NARDI, viene elargita al Sindaco De Lucia attraverso la consegna del denaro in contanti portati personalmente dal predetto. Inizialmente sono a conoscenza che la somma di denaro veniva consegnata dall’imprenditore direttamente al Sindaco nel suo ufficio del Comune, attualmente si dice che il Sindaco riceva a casa della mamma che vive a Maddaloni. Del resto come ho riferito nell’atto di denuncia, anche a me fu detto di incontrarci a casa della mamma del Sindaco. OMISSIS. […] In merito all’aggiudicazione dell’appalto da parte del Comune di Maddaloni del servizio di raccolta dei rifiuti, - ha proseguito l’ex consulente di Di Nardi, - riferisco che sono venuto a conoscenza da Francesco IAVAZZI che è già stato concluso l’accordo tra la DHI e il Sindaco DE LUCIA. L’accordo in questione prevede il pagamento della tangente di 1 milioni e 200 mila euro, da parte dell’imprenditore al primo cittadino, per un affidamento del servizio per 5 anni. Ciò mi è stato riferito da Iavazzi pochi giorni addietro, allorquando mi sono recato presso la sua azienda per il noleggio di un automezzo per la raccolta dei rifiuti. Presumo che Iavazzi sia informato di ciò perché è suo consulente tale Ciro DI PERNA che lavora presso un cantiere di Maddaloni in forza della DHI e che già in passato ha fornito informazioni allo IAVAZZI, sulle iniziative imprenditoriali della DHI.”
"Per quanto concerne il comune di Maddaloni, - ha affermato il vitulatino, - posso riferire che sono a conoscenza di una costante elargizione di denaro da parte di Alberto DI NARDI da diverso tempo nei confronti di Rosa DE LUCIA per l’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. In particolare sono a conoscenza che con i soldi di Alberto DI NARDI, Rosa De Lucia nel 2014 ha acquistato un viaggio per la Francia unitamente a Cecilia D’ANNA con la quale si sarebbe sposata ad Antibes. Con tale denaro avrebbe anche acquistato i mobili per la casa di Santa Maria a Vico. Sono a conoscenza di questi particolari in quanto come già riferito, ho lavorato per conto della DHI sino all’anno scorso. La ditta DHI ha ricevuto l’incarico di raccolta dei rifiuti attraverso un affidamento diretto già con l’ex Sindaco CERRETO, ma non sono a conoscenza di un elargizione di denaro nei suoi confronti. So solo di quanto elargito all’attuale Sindaco Rosa DE LUCIA, eletta nel 2013."
“Sono a conoscenza, - ha raccontato Scialdone ai magistrati nell’ottobre scorso, - che su imposizione di Rosa DE LUCIA nella seconda metà del 2013 Alberto DI NARDI ha assunto presso la società Interagir srl il fratello della consigliera comunale Esposito, tale Eduardo ESPOSITO. Lo stesso riveste la qualifica di operatore ecologico presso il cantiere di Teverola o Frignano e vuole avvicinarsi a Maddaloni.”
E' evidente che l'ex direttore generale del Cub ha capacità tecniche in materia di gestione monnezza. Le sue dichiarazioni, infatti, sono servite a spiegare ai magistrati pure le dinamiche adoperate dalle ditte per entrare in affari con i comuni per il business della raccolta.
"I sistemi di affidamento [...] sono due (ai quali si deroga solo nel caso di affidamento diretto per ragioni di somma urgenza): quello del massimo ribasso (nelle varie articolazioni previste nel Codice degli Appalti) e quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Con riferimento a quest’ultimo è prevista la presentazione di un progetto-offerta. Per la mia esperienza nel settore (prima da consulente tecnico e poi da imprenditore) e dunque per la conoscenza della normativa relativa e delle caratteristiche del predetto progetto-offerta, ritengo, - ha detto Scialdone, - che questo secondo sistema sia quello che più si presta ad accordi illeciti tra la Stazione Appaltante e l’imprenditore. Preciso a tal proposito che il meccanismo utilizzabile per favorire un imprenditore è quello legato ai punteggi che si attribuiscono o al progetto o alla proposta economica, considerato che il punteggio attribuito per il progetto è insindacabile anche per consolidata giurisprudenza amministrativa. In effetti l’imprenditore che deve esser favorito, può ad esempio, offrire un prezzo 'non basso' e quindi meno vantaggioso rispetto a quello offerto da altri imprenditori, ma vincere ugualmente poiché al suo progetto viene assegnato un punteggio più alto rispetto a quello assegnato a altri progetti in modo che la somma dei due punteggi per il progetto e per la proposta economica risulti più atta rispetto alla somma dei punteggi attribuiti agli altri partecipanti alla gara. Ovviamente a monte di tutto ciò c’è il disciplinare di gara predisposto dal Comune interessato al servizio (eventualmente in accordo con l’imprenditore che deve essere favorito) nel quale vengono inseriti i requisiti ed eventuali altre condizioni talvolta anomale (ad esempio l’obbligo di un sopralluogo da parte della ditta nel territorio del Comune appaltatore del servizio, e ciò può favore l’accordo tra la ditta che deve vincere e le altre ditte alle quali quella prescelta chiede di non effettuare il sopralluogo, con l’effetto che parteciperà alla gara solo la ditta che ha effettuato il sopralluogo) unitamente alla distribuzione del punteggio in modo tale che la maggior parte dello stesso sia attribuito in modo del tutto discrezionale. Ho subito questo sistema ad esempio quando la DHI partecipò ad una gara nel comune di Pompei dove al mio progetto fu attribuito un punteggio non utile per l’affidamento della gara. OMISSIS”.
Nei racconti di Scialdone compare anche un meccanismo per "drenare tangenti" negli enti comunali.
"Quando un’amministrazione eleva una sanzione ad una ditta per un’inadempienza contrattuale, spesso anche documentata, il titolare della ditta ha due strade possibili da percorrere: una, - ha precisato l'ex consulante della Dhi, - è quella di pagare la sanzione, l’altra è quella di fare una lettera scritta in cui elencare delle controdeduzioni alle contestazioni mosse con la sanzione in argomento. Se alla fine l’imprenditore paga la tangente, la sanzione viene annullata d’ufficio. Nelle amministrazioni comunali spesso avviene anche che, specie negli appalti più grossi e più costosi, per far si che l’imprenditore paghi la tangente, il funzionario o il sindaco stesso, fanno in modo di ritardare i pagamenti mensili mettendo così in crisi tutta la gestione della ditta interessata. Infatti, l’imprenditore è costretto a pagare la tangente in quanto non ricevendo i pagamenti per un mese o più avrebbe un grave disagio nella gestione sia degli operai sia della ditta in genere”
“Sono a conoscenza del fatto che anche nel Comune di Maddaloni il Di Nardi - ha aggiunto il super testimone di drenare tangenti nelle amministrazioni Vitulazio, nel novembre scorso, - è stato destinatario di sanzioni per disservizi che poi gli sono state revocate, e ne sono a conoscenza perché ciò è accaduto quando lavoravo in DHI. Non ho contezza di eventuali pagamenti di tangenti a Maddaloni per l’annullamento delle sanzioni e posso aggiungere solo che con riferimento al predetto Comune il Di Nardi, almeno sino a quando ho avuto un rapporto lavorativo con lui, aveva contatti diretti solo ed esclusivamente con il Sindaco De Lucia e non con i funzionari impiegati del Settore Ecologia cioè l’arch. Vincenza Pellegrino e l’arch. Arturo Cerreto”.
Uno scenario inquietante, un sistema che, laddove dovesse essere ratificato in fase processuale, rischierebbe di dimostrare l’ennesima ferita politica di Terra di Lavoro.
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