Conte dà una stoccata al “nuovo” Pd sull’Unione dei comuni. In attesa che il centrodestra risorga (ammesso che ci sia)
Parlare di centro destra, in questo periodo, è difficile, quasi impossibile.
Chi fa politica sul territorio ed ha avuto un passato centro-destrorso, adesso, ha giustamente timore di agire sotto la bandiera di una delle sigle generate dall'implosione del Pdl. Del resto, come dargli torto: con l'ondata di anti-partitismo vissuta in Italia, oggi, muoversi nei piccoli centri con il classico schema di sezione può risultare controproducente.
L'altra faccia della medaglia, riguardante proprio questa palese tendenza, riguarda l'impossibilità, per chi ambisce ad amministrare una comunità, di concretizzare qualcosa di buono senza i giusti collegamenti negli enti che contano, e ci riferiamo agli enti extracomunali, i quali, piaccia o no, sono ancora in mano ai classici schemi della politica.
La recente gestione del Pd mazzonaro può essere accostato tranquillamente (con buona pace di chi la pensa diversamente) ad una vera e propria macchietta: siamo curiosi, adesso, con le new entry (che tanto nuove non sono) del sindaco Gravante e di Giuseppe Raimondo, di capire se qualcosa cambierà. Sinceramente? Lo riteniamo improbabile.
Assodato che il centro sinistra vive una fase acuta di post-barzelletta dal futuro incerto, la destra che fine ha fatto? E' scomparsa del tutto. La tabella di Forza Italia, ultimo baluardo berlusconiano, è stata rimossa da piazza Emiliana.
Stesso discorso, con toni diversi, va fatto per Nuovi Orizzonti: Orsolina Petrella è distante da potenziale vita di sezione e Federico Conte, con le sue attività di consigliere, continua a rappresentare un cartello elettorale che ha ottenuto 1300 voti. Conte, però, ha comunque rapporti vivi con esponenti di Forza Italia, in particolar modo con Gianpiero Zinzi. Eppure, per ora, ancora non si è deciso ad ufficializzare il proprio rapporto con ciò che resta della compagine del Cavaliere.
Nonostante la sua indecisione, anzi, il suo tremendismo partito, Conte, recentemente, su Facebook, ha lanciato una stoccata alla maggioranza in relazione alla decisione, presa al tempo già dai commissari, riguardante la fuorisciuta dall'Unione dei Comuni, stoccata che ha contestualizzato proprio nel recente clima di adesione al Partito Democratico.
"Con una delibera del dicembre 2015 il governatore della Campania, - ha scritto l'ingegnere sul social network, - spinge i comuni ad organizzarsi in forme associative con autonomia gestionale e di bilancio cioè in forme di Unione dei Comuni. Grazzanise era capofila di un'Unione dei comuni e ne è stata portata fuori senza neppure portare in consiglio comunale la discussione su un punto così importante. Ora però con un sindaco che ha dichiarato la sua appartenenza al PD, tramite la sottoscrizione della tessera, le cose cambieranno? Sindaco, presidente del consiglio ed un assessore della giunta sono del PD, cioè Grazzanise, almeno in questo senso, è diventata di centro/sinistra all'improvviso. Chiederò formalmente agli amministratori se ora seguiranno la delibera del governatore della regione Campania che, a mio avviso, è coerente con le logiche territoriali e permette un'ottimizzazione dei servizi offerti ai cittadini in tempi di ristrettezze economiche. Smentiranno anche il loro capo?"
E' evidente che Conte spinge per far rientrare il paese mazzonaro nell'Unione dei comuni. Il nostro pensiero su questa organizzazione è noto, ma, vista l'occasione, ripetiamo il concetto: un martello può essere dato in testa ad una persona oppure divenire oggetto fondamentale per la creazione di un tetto dove ripararsi. Il discrimine sta nell'uso di ogni elemento. Finora l'Unione dei comuni a Grazzanise, sostanzialmente rappresentato dall'abile sociologo, Giuseppe Raimondo (trasmigrato a Cancello ed Arnone), di concreto aveva portato poco. E quel poco che aveva portato risale al periodo svoltista.
Giuseppe Tallino-
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