CAMORRA. C’ERA UNA VOLTA IL CLAN. La storica struttura raccontata dai pentiti. Tutti i capizona citati da Bidognetti

Ai lati Iovine e Zagaria. In alto, da sinistra, Farina, Cantiello, Bidognetti, De Simone e Di Bona. In basso Caterino, Coppola, Massaro e Papa

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Se parla Iovine arriva la Rai, l’aula si riempie di avvocati, giornalisti e curiosi. Se ‘o Ninno riesce ad attirare così tanta gente un motivo ci sarà: e la spiegazione è insita nel ruolo che l’ex boss di S.Cipriano ha ricoperto nel clan dei Casalesi.

Ieri mattina, martedì, al processo per le minacce all’ex sindaco Zara (CLICCA QUI PER LEGGERE L'ARTICOLO), ha parlato in video collegamento, interrogato dal pm Maresca. Lo ha ascoltato anche il suo ex amico e collega di vertice, Michele Zagaria. Qualcuno si aspettava che l'ex primula rossa, stanata in via Mascagni, prendesse la parola dal carcere di Opera per contraddire le affermazioni di Iovine: invece niente, silenzio. Zagaria, gambe accavallate e spalle al muro, ha ascoltato senza proferir parola prima Massimiliano Caterino e poi Antonio Iovine.

Non è stato un esame lungo. Catello Maresca ha fatto poche domande a ‘o Ninno, e tra i vari interrogativi c’è stato anche quello sulla territorializzazione del clan, al tempo del quadrumvirato, connessa, poi, allo “sconfinamento” registrato dai bidognettiani di Luigi Guida.

Il superpentito non è entrato in particolari geografici, ha citato le macro-aree assegnate alle diverse fazioni.

Per offrire uno schema dettagliato della cartina del clan, datata anni 2000, ci giungono in soccorso le dichiarazioni di un altro pentito, Domenico Bidognetti, rilasciate alla Dda in un verbale del 13 settembre 2007.

“Io, - ha dichiarato il collaboratore agli inquirenti, - fui delegato a sovrintendere dal confine di Mondragone fino all'albergo Scalzone, Cancello ed Arnone, Parete e Lusciano, che erano di competenza mia, del comune di Castel Volturno, dal Villaggio Coppola ad Ischitella il referente era Egidio Coppola, anche lui affiliato con la pungitura qualche mese dopo di me, poi per la zona di Aversa, San Marcellino, Trentola Ducenta, Carinaro, Gricignano i responsabili erano Francesco Biondino, Dario De Simone e Francesco Zagaria, per Cesa e Succivo il referente era Nicola Caterino, detto ‘o cecato’, per la zona di Caserta il responsabile era Salvatore Cantiello, per l’alto casertano vi era Antonio Abbate, per la zona di S.Felice a Cancello vi era Massaro, per la zona di Maddaloni vi era Franco Di Bona, Antonio Farino ed Angelo Amoroso, per la zona di Grazzanise, Capua, S.Maria La Fossa, Bellona, Vitulazio vi era quale sovrintendente Francesco Schiavone di Luigi, che si avvaleva di Alfonso Cacciapuoti, Antonio Cantiello, quando era in vita, da Antonio Mezzero, per Sparanise vi era Giuseppe Papa.”

Uno schema che adesso, dopo le numerose operazione antimafia, non c'è più.

Giuseppe Tallino