La ‘lezione’ di Don Patriciello: Insieme possiamo fare grandi cose’

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'La lezione quindi è: insieme possiamo fare grandi cose'.

Così ha sintetizzato un'alunna dell'IC Gravante quanto ha detto loro Don Maurizio Patriciello che ieri è stato ospite dell'Istituto Comprensivo di Grazzanise dialogando con le classi presenti nell'Aula Magna e quelle collegate online.

Un incontro atteso che ha presentato a Don Patriciello alunni attenti, capaci di porre domande relative a quanto lui ha detto, non preparate e stereotipate, capaci di trarre al momento le conclusioni su quanto ascoltato.

2d8e397d-0a2d-491c-8ce0-0310ae356d05In sala rappresentanti di alcune Associazioni tra cui la sig.ra Miele di Artemisia APS e il Gruppo Parrocchiale 'Amici di Don Peppe Diana' con la Prof.ssa Bove e il DS Del Villano; il Comandante della locale Stazione dei Carabinieri, De Santis; il Colonnello Totaro in rappresentanza del 9° Stormo 'F. Baracca'; Don Pasquale Buompane, parroco di Santa Maria la Fossa, dove sono presenti alcuni plessi dell'Istituto; la Vice Sindaco Parente accompagnata dagli Assessori Parente e Caianiello.

L'incontro, organizzato dalle Proff.sse Carla Piscopo e Chiara Sellitto, referenti progetto Legalità, coadiuvate dal corpo Docenti che hanno preparato gli alunni alla giornata con discussioni, canti e coreografie appropriate agli argomenti, è stato presentato dalla DS, Dott.ssa Roberta Di Iorio e moderato dal prof. Raffaele Raimondo che ha illustrato il territorio all'ospite che ha precisato che il suo intervento sarebbe stato impostato su tematiche e problematiche comprensibili alla platea, con un linguaggio adeguato alla loro età.

'Guardiamoci negli occhi', ha detto agli alunni presenti in sala e a quelli collegati on line, guardarsi negli occhi per dirsi qualcosa di importante... Importante come la Legalità, di cui, ha detto, non ama parlare perché il termine Legalità dovrebbe essere rapportato a Normalità riferendosi a quei diritti che nessuno ci può togliere e chi ci prova è un delinquente e se ci sono delinquenti lo Stato ci deve tutelare e controllare che non accada.

Subito al centro dell'argomento, diritto al nocciolo della questione: 'i delinquenti ci34c963cf-73bb-4295-b3e4-36802b0b0127 sono' e qui un riferimento preciso ai Comuni dove la piaga della 'Camorrrra' è più evidente: 'i camorristi sono persone "brutte" che ammazzano senza scrupoli' definendoli persone intelligenti, ma che non hanno studiato, non lavorano, ma, attratti dal potere e dai soldi, ne pretendono da chi lavora per garantire qualcosa ai propri figli minacciando con parole e violenza. 'La camorra è un insieme di persone senza scrupoli cui non importa nulla degli altri e c'è sempre stata, fin dall'Unità d'Italia e oggi è ancora presente, è una zavorra e un peso per tutti'.

Un monito a quanti lo ascoltano: non rimanere indifferente, ma tremare se si viene a sapere di un qualunque Comune sciolto per camorra perché ciò significa che la camorra è entrata nel 'santuario della Democrazia'.

Se vogliamo parlare dell'ambiente e della Terra dei Fuochi, basta pensare alle bottigline di acqua che beviamo: se si avvelena una sola bottiglina, rimarrà avvelenata una persona, se si avvelena un pozzo, saranno avvelenati tutti coloro che vi attingeranno acqua: siamo l'acqua che beviamo, siamo l'aria che respiriamo...quello che bruciamo (immondizia, pneumatici) con i roghi tossici, avveleniamo l'aria che respiriamo bruciando i nostri polmoni. In modo chiaro, semplice, proprio di chi queste cose le vede e le 'vive' ogni giorno, facendo riferimento anche a episodi personali, Don Maurizio Patriciello ha ricevuto l'attenzione di tantissimi ragazzi che non si sono mai distratti.

a2c6d94d-747d-42f0-9350-210c6eb31717'Non possiamo tirarci in testa una mazzata da soli'... e dai roghi all'inquinamento dovuto all'utilizzo e smaltimento della plastica, ancora un monito e una lezione di vita ricordando che le plastiche dal mare tornano a noi, sulle nostre tavole, nei pesci che portiamo a tavola e che mangiamo... 'Forse qualcuno non è normale se fa queste cose', ha suggerito, e quindi l'invito ad aver cura dei beni comuni come se fossero proprietà privata.

Per rendere meglio l'idea di chi sia il camorrista, Don Maurizio dice: 'è un grande vigliacco ed è una sanguisuga perché vuole nutrirsi dei guadagni altrui rubando ciò che gli altri costruiscono per sé stessi. Non si deve pensare al camorrista come a un extraterrestre, basta guardarsi intorno: diventano all'improvviso milionari senza aver mai lavorato e se ci domandiamo quali sono le fonti da cui traggono tanti soldi, la risposta è semplice: droga; pizzo; estorsioni...'. Esempi semplici, chiari, che nascono dalla lucidità di chi combatte questi mali quotidianamente, fino a presentare anche situazioni meno vicine ai giovanissimi: se arrivano dei soldi in Comune per sistemare le strade, c'è il rischio che 'qualcuno' dica dove comprare i materiali e chi deve lavorare costringendo a fare i lavori con meno soldi. Un esempio che non è rimasto campato in aria perché al momento delle domande un ragazzo ha chiesto 'come si può fare per evitare che i camorristi entrino in Comune?' La risposta è stata immediata: 'o avvicinano gli amministratori o con il voto sbagliato siete voi stessi, elettori, a mandarli a  governare'.

"Non si deve essere eroi, ha detto ai ragazzi menzionando Falcone e Borsellino, bisogna essere onesti, a partire dalle piccole cose come non lasciare le carte di caramelle a terra: il 'piccolo' diventa grande. Rispettare le regole, sempre, come per i sensi unici: sempre, non solo quando si sa che c'è il vigile".

Ha citato Bufalino di cui ha riportato una frase: 'Non serve un esercito, contro la47c439f9-77c0-4efd-b4d0-dc375fce92d7 mafia serve un esercito di Maestri elementari'. In realtà, ha affermato Don Patriciello, servono entrambi gli eserciti: insegnanti per le scuole, ma preparati, attenti, bravi, con la passione per l'insegnamento, che sappiano coinvolgere... che non sbadiglino. Fuori, invece, serve un esercito di tutte le Forze dell'Ordine, per arrestare i delinquenti. 'E occorrono pene certe, di cui non siamo mai certi', facendo riferimento a quanto accaduto nei giorni scorsi a Qualiano.

'E' l'Italia che ci deve difendere, lo Stato, la società. L'arma è la cultura: si deve leggere, studiare; la cultura allarga la mente; è l'arma per contrastare i disonesti che hanno due, tre lauree', non possiamo essere da meno.

La parola d'ordine è 'Insieme'. Si rammarica per l'assenza del sindaco al quale avrebbe desiderato suggerire di 'baciare' la fascia tricolore ogni volta che la indossa, così come fanno i preti (e persino il Papa) ogni volta che indossano la Stola. Quella Fascia rappresenta l'Italia e per l'Italia sono morti tanti nonni e bisnonni dei presenti in sala, per difendere la Libertà.

Al momento delle domande, le ha accettate solo dai ragazzi, per i quali era venuto a Grazzanise. Categorico. E i ragazzi sono stati pronti a raccogliere la sua richiesta.

Gli hanno chiesto 'Se lo Stato non ci difende come dovrebbe, come facciamo a difenderci?' Dalla considerazione che 'Le persone sono lasciate sole', la risposta: 'Aiutiamoci', occorre stare insieme!' auspicando piena collaborazione tra le istituzioni.

Il messaggio e l'augurio di Don Maurizio sono racchiusi nella sintesi iniziale, 'La lezione, quindi, è: insieme possiamo fare grandi cose!'

redazione tribuna24