PROIETTILE AL PD. Spunta la pista del cimitero. Il vigliacco che se la prende con la Cerchiello per la fine del project non sa una mazza di quel camposanto
E su tale aspetto bisogna far assolutamente chiarezza. Innanzitutto non si tratta di un restyling, ma di una vera e propria costruzione ex-novo del nuovo camposanto di via Presidente.
I problemi, per politici ed imprenditori che hanno rispettivamente avallato e realizzato quel mega cimitero da New York, non arrivano assolutamente oggi, con l’Anac di Cantone e con l’amministrazione Gravante. La storia inizia ad esser vista con occhi diversi grazie all’attività di indagine dei militari dell’Arma della locale stazione che aveva prodotto 34 avvisi di garanzia. Fu la commissione straordinaria (Migliorelli, Auricchio, Quaranta), dopo aver letto le carte della Procura di S.Maria, a spedire tutto all’anticorruzione.
Ci risulta (ed oggi chiederemo conferma) che il sindaco Vito Gravante e la presidente Teresa Cerchiello abbiano avuto, di recente, un incontro all'authority, a Roma, ma l’iter sul cimitero era già in corso.
E riguardo l’interdittiva, che ha ricevuto la Cos-Mer Costruzioni Meridionale Srl (società per il 98% appartenente ad Antonio Bruno Farina, noto imprenditore di Caserta, e per il 2% a Giuseppe Cioffi, di S.Maria a Vico) detentrice del 50% dell’Ati (Grazzanise 2006), costruttrice dell’obbrobrio da 2 mila e passa loculi, è sempre figlia delle indagini degli inquirenti e delle dichiarazioni dei pentiti.
Insomma, ammesso che l'ipotesi camposanto (alla base della minaccia al Pd) sia quella giusta, il barbaro cretino e delinquente che vuole prendersela con la Cerchiello per aver bloccato la realizzazione (in buona parte già eseguita) del cimitero, vuol dire che di quel project financing non sa e non capisce una mazza.
Chi ha spedito il proiettile, ripetiamo, resta pur sempre un pazzo, vigliacco e ignorante.
Ci permettiamo di dirlo perché abbiamo seguito la vicenda del ‘camposanto d’oro’ prima ancora dell’intervento ufficiale della Procura di S.Maria, da quando i politici del territorio si consentivano il lusso di difendere quel piano, voluto dalle maggioranze ‘Parente’, ritenendolo incoscientemente un’opera che avrebbe aiutato e migliorato il paese.
Logicamente, l'episodio (il proiettile in una busta) è da condannare: fa rabbrividire l'esistenza di stolti che usano questi mezzi per intaccare il percorso politico di un partito.
Giuseppe Tallino
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