D’Andrea: ‘M’impegno per una città felice’
Comunicato Stampa
SAN NICOLA LA STRADA. Psicologa e psicoterapeuta, da anni si interessa di disagio nei bambini, negli adulti e nelle famiglie. Una lunga gavetta, il volontariato, le case-famiglia, le scuole e gli eventi sociali e culturali l’hanno temprata e formata. Antonella D’Andrea è dell’idea che per realizzare degli obiettivi bisogna impegnarsi in prima persona. Ecco perché, in vista delle elezioni del 20 e 21 settembre, ha deciso di candidarsi al Consiglio comunale nella lista Movimento civico per San Nicola per Vito Marotta Sindaco. «Sono approdata a San Nicola – racconta Antonella D’Andrea – e me ne sono innamorata, scegliendo questo città anche come luogo nel quale far crescere la mia famiglia. Ho convinto i miei genitori a trasferirsi qui. Lo scorso anno sono stata membro del Comitato mensa delle scuola elementare, che anche i miei figli frequentano e, insieme ad altre mamme, ho promosso cambiamenti significativi. Ho sempre sentito un senso di familiarità, che mai avevo provato prima. Credo di potermi considerarmi una vera sannicolese. Quando ho accettato di partecipare a quest’avventura elettorale – rivela Antonella D’Andrea – l’ho fatto per diversi motivi. Ho sempre dedicato parte della mia vita alla riabilitazione delle persone, ma ho compreso che un luogo sano alimenta persone felici. Per riabilitare le persone dobbiamo impegnarci a riabilitare i territori, le comunità, abilitandole a tutte quelle potenzialità inespresse e bloccate. L’impegno nell’associazionismo mi ha insegnato che quando preservi e rivaluti il bene comune stai gettando le basi per costruire una comunità salda e florida. Potrebbe sembrare da illusi, forse da folli sognatori, ma io so che la felicità è un bene che possiamo costruire ogni giorno dentro e fuori di noi. Con passione e responsabilità ho accettato di impegnarmi in un progetto ambizioso per poter contribuire a far crescere il luogo che oramai considero la “mia casa”. In un tempo così incerto, scegliere è un gesto di grande responsabilità. Un paese deve garantire spazi verdi adeguati per i bambini e le loro famiglie, luoghi sicuri, proteggere e consolidare le persone più fragili. Deve scegliere la cultura come chiave di crescita per agganciare i giovani al territorio e non farli scappare. Non condivido la politica della squalifica – aggiunge Antonella –, quella che urla e sbraita, per esperienza questo tipo di atteggiamento nasconde insicurezza e pochezza. Condivido il lavoro di rete, credo nelle potenzialità di questo territorio che può davvero diventare un polo culturale, sociale, e un luogo sicuro per noi e i nostri figli. In questa ottica ci sono tante cose da fare, strumenti da svincolare per reclutare le risorse per promuovere dei progetti. Un paese civile non deve dimenticare nessuno; i diversamente abili, gli anziani, le fasce deboli. Mi definisco una “sognatrice concreta”, amo i libri e credo nel potere della cultura come seme di cambiamento. Ho diretto per anni una casa editrice, la Spring, con Enzo Nigro, medico e intellettuale legato a San Nicola; ho lavorato come psicologa nel suo studio per molto tempo, e insieme possiamo considerarci i veri promotori dell’attuale proposta di legge dello “psicologo di base”. Ho curato un racconto da lui scritto su un personaggio veramente esistito in città, “L’Avaro di San Nicola”, che a breve presenteremo. Ho scelto di stare con Movimento Civico per San Nicola – spiega Antonella D’Andrea – perché è una lista di persone appassionate e coinvolgenti che mi ha esposto idee chiare e condivisibili; quelle del progetto di Vito Marotta. Sono entusiasta di questa avventura e a chi mi chiede se sono pronta ad una eventuale delusione, rispondo che quando la vita ti dona l’occasione di esprimerti per contribuire alla realizzazione di un mondo migliore, non si può aver paura di fallire, ma si deve rischiare sempre e comunque. Credere nei cambiamenti significa dare un significato profondo e solenne alla vita, questo è quello che faccio ogni giorno con passione e dedizione. Ho scoperto che quello che faccio per lavoro nel mio studio, fuori si potrebbe chiamare “politica”. E sono pronta – conclude Antonella D’Andrea – a dare il mio contributo».
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