«Aveva grandissima influenza in Regione e Provincia» Il racconto del pentito e quello che potrebbe definirsi ‘lobbista’ del CLAN
Il marito della sorella del boss di Casapesenna, scomparso nel 2012, nel corso degli ultimi anni è stato citato con insistenza dai collaboratori di giustizia. I pentiti lo raccontano come una sorta di congiunzione tra il clan ed il mondo esterno, quello degli affari, dove orbitano politici ed imprenditori. Insomma, una specie di lobbista.
“Era colui, - ha dichiarato Massimiliano Caterino alla Dda, - che per conto di Michele riusciva a gestire rapporti anche con le amministrazioni pubbliche ed in particolare aveva una grandissima influenza presso la Regione Campani e la Provincia di Caserta, oltre ai predetti comuni di Casapesenna, S.Marcellino e Trentola Ducenta. Grazie alle capacità di Francuccio Zagaria ed a questi suoi rapporti di influenza che, è bene precisarlo, prescindevano totalmente dal colore politico delle amministrazioni, Michele Zagaria riusciva a garantire a gli imprenditori di Casapesenna tantissimi appalti. Omissis…”
Parte di questi rapporti, raccontati dal collaboratore, tra il clan ed enti pubblici, già sono stati scandagliati dall’antimafia, ma, considerata l’ampiezza di queste presunte relazioni non è da escludere che nei prossimi tempi la Dda potrebbe farsi autrice di altre operazioni.
Ritornando al presente, stando alle dichiarazioni di Caterino, il gruppo Zagaria attuava una sorta di divisione aziendale. Il Clan era una cosa, le vicende “più strettamente di famiglia, dal punto di vista economico”, invece, erano tutt’altro affare. “Di queste, - ha specificato il pentito, - si occupavano persone come Filippo Capaldo e Carmine Zagaria”
Riprendendo il discorso sugli imprenditori, ‘o Mastrone ha informato di un rapporto “intenso e stabile che consentiva loro (agli impresari ndr), per un verso di prendere lavori ed appalti grazie al clan ed alle capacità di Francuccio Zagaria, Antonio Magliulo ed Antonio Fontana, detto ‘o sindaco’, e per altro di avere una tutela ed una protezione anche nei confronti delle altre organizzazioni criminali che operavano nei vari territori dove essi prendevano gli appalti, anche fuori dalla provincia di Caserta”.
Giuseppe Tallino
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