Giovanni Izzo ovvero l’Arte nella Fotografia
Giovanni Izzo è innanzitutto matrimonialista. I suoi primi 'successi', i suoi primi capolavori, hanno avuto i matrimoni come soggetti di tantissimi 'scatti d'autore', perché fin dall'inizio della sua carriera si percepiva il modo diverso con cui si approcciava alla Fotografia.
Ancora oggi è ricercatissimo, tra i fotografi maggiormente richiesti perché l'album del 'giorno del si' non resti una pura raccolta di foto, ma un'emozione continua e duratura negli anni. Per questo aspetto del suo lavoro valgono sempre alcuni tra i commenti che ne hanno sottolineato l'inizio e la crescita artistica: 'Raramente ho visto un matrimonialista così raffinato' (Alberto Croce - Kodak Professional Photography); '...Giovanni Izzo rientra tra quei fotografi che hanno contribuito a dare nuovamente un'entità altamente professionale e creativa alla fotografia di matrimonio' (Luca Pianigiani- Foto Notiziario); '...Trasforma la banalità rituale delle pose da matrimonio in immagini uniche, rese tali da quei toni caldi e sfumati -così particolari. e da inquadrature fuorvianti (Fiorenzo Marino).
Di lui su 'Progresso Fotografico', hanno scritto: 'Segue in prima persona ogni fase della lavorazione, con molta dedizione, segue la parte relativa alla stampa e successive eventuali lievi elaborazioni con una cura particolare nella fase dell'assemblaggio delle immagini, spesso montate servendosi di tagli e inquadrature costruite appositamente sul soggetto. Circa venticinque anni fa questa rivista fotografica scriveva: 'Izzo non esita a denunciare il fenomeno dell'abusivismo. Nella zona costituisce davvero una piaga'. A distanza di tanti anni Izzo continua a denunciare con le sue Fotografie. Oggi, che tutti parlano di mafia nigeriana e prostituzione minorile, sia consentito rilevare che da tempo Izzo con il suo impegno e la sua determinazione, aveva portato alla luce le violenze e gli orrori che solo da poco sono stati portati all'attenzione dai media e ne è prova un video pubblicato nel 2017 da CorriereTV in cui, tra l'altro, è evidenziato quanto Giovanni Izzo è riuscito a fare a favore delle 'bambine prostitute':
La sua denuncia contro la violenza arriva anche attraverso fotografie che lanciano un duplice messaggio: di paura e di speranza al tempo stesso...sono gli occhi delle 'Matres' a chiedere attenzione ed a 'raccontare' gli orrori vissuti ed i sogni per i figli che ignari si adagiano tra le braccia di queste mamme eroine, simbolo di una Maternità universale, al di là del colore della pelle, pronta a qualunque sacrificio. In quest'ottica, anni fa, è nata la mostra 'Matres -Le Donne dell'Esodo', una mostra che continua ad emozionare, a catturare la dovuta attenzione, ad esprimere il dolore, la sofferenza, del vissuto ma anche l'attesa di un futuro 'diverso':
E su queste basi giunge dal PalArti di Marcianise, per l'evento '35MM di luci e ombre', il seguente
Comunicato Stampa
MARCIANISE. Giovanni Izzo, fotoreporter di una guerra non dichiarata, dell’uomo contro la natura, di un litorale aggredito che sembra non avere futuro, ieri, nell’auditorio di via Madonna delle Libera, a Marcianise, ha incontrato gli studenti dei licei “Buccini” e “Quercia” di Marcianise, dell’istituto “Cavour” di Marcianise e dell’istituto “Gaglione” di Capodrise, in una mattinata promossa dal Palazzo delle Arti di Capodrise, per il ciclo #ProfessioneArtista. Izzo ha parlato di speculazioni edilizie, di abusi, di mafia e di prostituzione, con sullo sfondo le immagini di un corto che ha realizzato per l'Università di Bath, montato da Antonio Mastrocinque, poi richiestogli dall'Università di Cambridge e da altri atenei italiani e stranieri. Dal mito alla storia, dalla cronaca al fallimento odierno, fatto di criminalità, di lavoro nero e di veleni. Gli studenti, cui è stato chiesto di aprire il cuore e la mente e di condividere gli stimoli del video, hanno accettato la sfida, restituendo l’ansia, la rabbia e la tristezza profonda che li hanno pervasi.
Con Izzo, anche Antonio Casale, direttore del Centro immigrati Campania "Fernandes", punto di riferimento per tutte le problematiche, vaste e complesse, del mondo che ruota intorno ai migranti, Annamaria La Penna, giornalista e operatrice sociale a Castel Volturno, e la storica dell’arte Rosa Bencivenga, responsabile delle attività didattiche del PalArti, oltre a tutti i docenti impegnati. Ma dopo tante brutture, lo sguardo si è posato sulla struggente bellezza contenuta in “Matres, le donne dell’esodo”, il corto che racconta di madri, del loro viaggio e di quanto possa essere dura l’altra sponda del Mediterraneo. Pagine di una bellezza che turba le nostre coscienze tranquille, ma che contiene la speranza, la forza e una energia che la maggior parte di noi stentano a riconoscere. Il “Buccini” e il “Quercia”, diretti da Domenico Caroprese e da Diamante Marotta, il “Cavour” di Marcianise, diretto da Aldo Improta, e il “Gaglione” di Capodrise, diretto da Maria Belfiore, fanno parte della rete di scuole che supportano il Palazzo delle Arti, riconosciuto come #PresidioCulturaleTerritoriale.
Redazione Tribuna24
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