Shoah, Tommaso D’Abrosca agli alunni dell’IC Grazzanise: mia nonna, Emma, era Ebrea

tommaso d'abrosca

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La settimana scorsa tutti i plessi dell'IC Grazzanise hanno avuto modo di ascoltare il racconto della Dott.ssa Adriana Carnevale della comunità ebraica di Napoli, figlia di una deportata ad Auschwitz. La sua mamma è sopravvissuta agli stenti della deportazione e lei ha raccontato quanto appreso direttamente dalla sua mamma. Aveva suscitato interesse da parte della giovane platea ed ha commosso quando ha raccontato del suo primo viaggio al lager di Auschwitz, quando entrando si è trovata dinanzi la valigia con sopra scritto il nome della mamma...

I ragazzi nshoah carnevaleon sono indifferenti, non davanti a racconti che parlano di storie vere, e si stringono intorno ai protagonisti, a modo loro, ma lo fanno. Ne sono scaturite tante domande, anche personali e la dottoressa non ha perso l'occasione per incitare allo studio, a coltivare la passione per la cultura, a porsi domande su tutto ed a cercare le proprie risposte a tutto.

Domenica i giovani dell'associazione 'Visione dallo Spazio hanno dato vita un laboratorio sul razzismo, analizzando la tematica del linguaggio e l'incitamento all'odio: 'Non ho niente contro, però', un titolo che ha aperto il confronto tra i giovani che vi hanno preso parte.

 In questa settimana l'approfondimento per gli alunni dell'Istituto grazzanisano continua: le seconde classi delle medie andranno in visita alla Sinagoga di Napoli; le terze, invece andranno a visitare il Museo della Memoria e della Pace intitolato a Giovanni Palatucci a Campagna (SA), dove nel periodo razzista vennero istituiti due centri di internamento per Ebrei e prigionieri politici.

Agli alunni delle classi prime, invece, ieri mattina è stata riservata una sorpresa: il racconto della storia della sua famiglia da parte del sig. Tommaso D'Abrosca, di Grazzanise. La Dirigente Scolastica, dott. ssa Roberta Di Iorio, nel suo saluto ai ragazzi aveva evidenziato come spesso storie che sembrano essere dal contesto in cui si vive tanto lontane, alla fine si ritrovano vicinissime, dietro l'angolo di casa e Grazzanise è stata parte attiva in una di queste storie

'Mia nonna si chiamava Emma -ha esordito il sig. Tommaso- era tedesca, ed era Ebrea. Viveva a Lipsia, apparteneva ad una famiglia facoltosa'. E' bastata questa introduzione ad attirare l'attenzione ed a susDSC_0036-min-1citare la curiosità dei ragazzi presenti nella sala riservata all'evento. Gli occhi puntati addosso al sig. D'Abrosca, papà di un alunno di terza media che solo ieri è venuto a conoscenza della storia della sua famiglia.

Il racconto di quanto ha raccolto sulle vicissitudini della nonna e dei bisnonni, ha mantenuto l'attenzione viva fino alla fine e tanti, con le domande poste, chiedevano ancora particolari ed approfondimenti: sentir raccontare di quel periodo da persone che si conoscono è sempre più diretto e segna di più.

Emma Nomis non ha conosciuto l'orrore dei lager, è riuscita a lasciare la Germania, e con essa abbandona la vita agiata cui era abituata, i precettori che la istruivano a casa, il campo da tennis ed il teatro di famiglia... Ha lasciato la sua città, i suoi amici, i suoi parenti. Lei ed il suo papà Benjamin hanno attraversato il confine e si sono rifugiati a Milano. Avevano venduto tutto ed il bisnonno Benjamin aveva investito tutto in oro fondendolo e facendosi realizzare il volante ed il cambio dell'auto in oro, che all'occorrenza veniva fuso ed utilizzato per sopravvivere.

La bisnonna Stella è morta giovanissima, a 27 anni, quando si è trovata difronte il marito, tornato a casa alla fine della Prima Guerra Mondiale: più di una volta Tommaso ha sottolineato 'era andato a combattere per la SUA Germania', quella stessa Germania da cui è dovuto fuggire. Il bisnonno si risposa ed i fratelli di Emma espatriano, chi in America, chi in Israele, mantenendo sempre però contatti tra di loro, tanto che uno in particolare, ogni anno veniva in Italia, così come ogni zia emmaanno nonna Emma si faceva accompagnare dal figlio in Sinagoga a Napoli.

A Milano la giovane, bella, distinta Emma conosce Tommaso D'Abrosca, di Grazzanise, poliziotto. L'amore sboccia, i due si fidanzano, ma un episodio segna un'ulteriore svolta nella vita di Emma: un giorno, presso la sede della polizia che tiene sotto controllo una famiglia, si presenta la signora con un fagottino che depone sul tavolo, al suo interno un bimbo morto: 'Ve lo consegno morto piuttosto che saperlo alla mercé delle vostre torture'. L'episodio turba moltissimo il sensibile Tommaso che decide di lasciare la divisa, si 'licenzia', ed a questo punto è d'obbligo allontanarsi da Milano.

Arrivano a Grazzanise dove Emma affronta con grandissima dignità il cambiamento di vita e dove sposa, abbracciando la religione cattolica, il 'suo' Tommaso; dalla loro unione nascono due figli, uno dei quali è il papà del signore che sta tenendo a bocca aperta gli alunni di prima media della 'Gravante'.

L'emozione di questo nipote che racconta, forse per la prima volta davanti a tante persone, episodi così intimi della storia della sua famiglia è tangibile, si commuove nel pronunciare i nomi dei suoi avi. Il viaggio di ritorno in Germania, nella Lipsia della sua nonna, lo ha fatto lui qualche anno fa, senza dimenticare di far visita alla tomba della bisnonna Stella. Fa girare qualche foto che passa tra le mani dei ragazzi incuriositi ed appassionati al racconto della storia della nonna di Tommaso, Emma, che non è più tornata nella città dove è nata, che non ha mai voluto insegnare la lingua tedesca ai suoi figli: Emma, nata Ebrea!

La testimonianza di Tommaso D'Abrosca è stata un regalo per i giovani di Grazzanise e che si è potuto concretizzare grazie alla disponibilità della Dirigente Scolastica ed all'organizzazione dell docenti del progetto, le professoresse Carla Piscopo e Chiara Sellitto, cui va la riconoscenza del sig. Tommaso D'Abrosca per avergli dato modo di raccontare e di trasmettere ai coetanei dei suoi figli la sua 'piccola' storia di famiglia.

giovanna pezzera