LETTERATITUDINI DEL MESE DI NOVEMBRE – TEMA: “CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE: CRONOLOGIA, EVENTI E SCHIERAMENTI DEL DEVASTANTE CONFLITTO CHE MISE IN GINOCCHIO L’EUROPA E IL MONDO INTERO
Comunicato Stampa
OGGI, AD UN SECOLO DI DISTANZA (1918/2018), CI SI DOMANDA: LA GRANDE GUERRA SI POTEVA IN QUALCHE MODO EVITARE?
LA GUERRA NELLA LETTERATURA.
Nella ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, moltissimi sono gli eventi che si sono succeduti in ogni parte d’Italia; anche Letteratitudini, sodalizio letterario sito a Cancello ed Arnone (CE), non ha voluto mancare a questo appuntamento ed infatti è’ in programma per martedì 20 Novembre p.v., ore 19,00. l’incontro che affronterà il seguente tema: “Cause della Prima Guerra Mondiale: cronologia, eventi e schieramenti del devastante conflitto che mise in ginocchio l’Europa e il mondo intero”.
Oggi, ad un secolo di distanza (1918/2018), ci si domanda: la Grande Guerra si poteva in qualche modo evitare?
Ebbene inizieremo col dire che ci sono molti motivi per cui la Prima Guerra Mondiale è anche chiamata “Grande Guerra”. Sono quasi tutti drammatici, e tutti contribuiscono a rendere questa guerra uno spartiacque epocale. Come ad esempio: sono coinvolti Stati e territori di gran parte del mondo; grazie alla tecnologia, gli eserciti sono diventati più letali: i morti causati dalla Prima Guerra Mondiale saranno più di 10 milioni; la Prima Guerra Mondiale segnerà la fine di ben quattro grandi imperi: russo, asburgico, tedesco, turco; gli Stati Uniti si affermeranno nel ruolo di superpotenza mondiale al posto della Gran Bretagna; la Prima Guerra Mondiale determina l’avvento definitivo della moderna società di massa.
Nessuno all’epoca si rendeva conto di che genere di cambiamenti radicali sarebbero scaturiti da questa guerra, anche dopo che era scoppiata.
Oggi, ad un secolo di distanza, è lecito farsi una domanda: la Grande Guerra si poteva in qualche modo evitare?
La causa scatenante fu l’assassinio di Francesco Ferdinando, erede al trono di Austria-Ungheria, che venne assassinato insieme a sua moglie a Sarajevo, dove si trovava in visita ufficiale. L’attentatore è uno studente appartenente ad un gruppo irredentista bosniaco e per il governo austro-ungarico, la responsabilità è da attribuire alla Serbia, un giovane stato, punto di riferimento per il nazionalismo slavo nei Balcani.
Fu così che l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia ed iniziò la Prima Guerra Mondiale. Molte furono le potenze che entrarono in gioco nello scacchiere della Grande Guerra, ognuno per motivi diversi. Ed ancora oggi noi ci chiediamo se essa poteva essere evitata, per la verità non sappiamo davvero se il conflitto poteva essere evitato, ma sicuramente, gli atteggiamenti oltranzisti delle grandi potenze lasciavano poco spazio a soluzioni diplomatiche. Gli Stati europei basavano le proprie strategie sulla guerra offensiva, ed ogni Stato perseguiva obiettivi propri, che spesso non coincidevano affatto con quelli degli altri. Tutti sapevano che tutto questo avrebbe portato ad una guerra, ma nessuno poteva immaginare in che modo la Prima Guerra Mondiale sarebbe stata radicalmente e tragicamente innovativa.
Ma quale fu il contesto letterario della Prima Guerra Mondiale?
La cultura letteraria europea, e in particolare quella italiana del primo decennio del Novecento, furono influenzate dalla cosiddetta filosofia dell’azione, una corrente filosofica che convergeva nell’esaltazione del vitalismo e dell’attivismo. In Italia la figura più emblematica di questo clima culturale fu quella di Gabriele D’Annunzio che fu consacrato come il ‘vate’ dell’Italia in armi. Egli con i suoi discorsi diede un contributo decisivo al movimento interventista che trascinò l’Italia nella Grande Guerra.
Un altro scrittore e poeta che fece dell’esaltazione della guerra uno dei temi centrali della propria opera fu il futurista Filippo Tommaso Marinetti, infatti nel ‘Manifesto del futurismo’ Marinetti proclamò che la poesia doveva glorificare la guerra.
In ogni modo la tragica esperienza della Grande guerra lasciò un segno profondo nella produzione letteraria di tutti i paesi coinvolti, anche perché molti furono i poeti e gli scrittori che vi parteciparono in prima persona come soldati. Tra questi spicca, per coinvolgimento e capacità poetica, l’italiano Giuseppe Ungaretti. Molte delle sue opere più belle furono composte al fronte, prima sul Carso e poi in Francia, dove Ungaretti combattè come soldato semplice nel 19° reggimento di fanteria. Tra le sue poesie ricordiamo: VEGLIA – FRATELLI SAN MARTINO DEL CARSO –SOLDATI – AGONIA – NATALE – MATTINA (M’illumino d’immenso) e molte altre.
Intanto superata la fase iniziale di entusiasmo per la “voce del cannone”, man mano che giungevano le notizie dal fronte e si comprendeva l’evidenza “dell’inutile strage”, si faceva strada tra gli intellettuali il disagio e l’inquietudine sia per il presente che per il futuro del genere umano.
La voce più autorevole che si assunse il compito di riflettere sul rapporto tra la civiltà occidentale e la guerra fu quella di Sigmund Freud. Egli affidò le proprie riflessioni sulla guerra a un saggio “Considerazioni sulla guerra e sulla morte” nel quale approfondì il rapporto tra l’attività pulsionale e l’aggressività.
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